Spesso la storia insegna che dietro ogni conquista, anche la più piccola, si cela il sacrificio e l’impegno di chi, in perfetta sintonia e lealtà con la propria coscienza, contro tutto e tutti ha continuato a portare avanti le proprie convinzioni rischiando molto del suo.
Battaglie di lealtà e principio, sostenute da una sincera fede, senza il riparo esercitato dall’ombrello di un ritorno ‘sociale’ o, peggio, economico.
È il caso del Dott. Mariano Amici, medico (e chirurgo) di Ardea il quale, da oltre un anno continua a battersi circa l’inoculazione dei vaccini anti-Covid, a suo avviso ‘distribuiti’ dalle autorità sanitarie senza averne accertato con sufficiente margine di sicurezza le eventuali conseguenze nel tempo. Ma non stiamo parlando di un ‘no-vax’, tutt’altro: “sono 40 anni che pratico vaccinazioni”, tiene a precisare il medico, “Semplicemente le vaccinazioni non possono esser fatte in modo indiscriminato, perché quando questo avviene le conseguenze sono sotto agli occhi di tutti”.
Una battaglia non ‘campata in aria’ la sua, ma suffragata da evidenze, che Amici spiega di aver previsto ragionando “secondo scienza e coscienza”. Non a caso il suo slogan è quello di “far maturare le coscienze” perché, come nel caso di AstraZeneca, è stato visto che la somministrazione non si è rivelata ‘quel bicchiere d’acqua’ che si pensava fosse: “Ritirano lotti di vaccino perché effettivamente pericolosi, da mesi ripeto che bisogna andarci coi piedi di piombo”, ribadisce il medico di Ardea, che per aver ‘avvertito’ circa la pericolosità rappresentata da questi vaccini – per altro prodotti e distribuiti in ‘tempi da record’ – commenta amareggiato: “mi hanno denunciato all’Ordine dei Medici e adesso si sono accorti che tutto sommato avevo ragione”.
Estremamente convinto che il Covid si può curare tranquillamente a casa (e cita il caso della sua area medica di competenza, dove non ci sono stati morti), già lo scorso anno Amici ha avuto la soddisfazione di aver vinto il ricorso presentato al Tar del Lazio, in cui chiedeva l’immediata sospensione l’ordinanza della Regione Lazio che rendeva obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale per gli over 65 e per tutto il personale sanitario.
Ed ora per ‘sensibilizzare’ circa la pericolosità dei vaccini anti-Covid, cercando sopratutto di evitare di essere annoverato – suo malgrado – nella schiera dei ‘no-vax’, da mesi Mariano Amici sta girando in lungo e in largo il Paese, per ‘far maturare’ quante più coscienze possibile, fedele al Giuramento di Ippocrate che recita: “In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi”.
Un tour di ‘informazione scientifica’ che lo scorso mercoledì lo ha portato ad enunciare le sue argomentazioni in quel della Camera dei Deputati dove, nella sala stampa, Mariano Amici si è prodotto in un seguitissimo intervento nell’ambito del tema della conferenza: ‘La libertà di scegliere informati’, promossa dall’On. Sara Cunial.
Un intervento, quello del dottor Amici, affiancato da quello degli altri relatori presenti: Riccardo Rocchesso (Presidente ‘100 Giorni da Leoni’), ed Alessandro Negroni (giurista, autore de “la libertà di (Non) vaccinarsi’).
Mariano Amici, classe 1953, medico chirurgo di umili origini contadine, sposato con Simonetta dal 1990, ha due figli e un turbine inarrestabile di progetti. Vive ad Ardea, in provincia di Roma e attualmente è impegnato in prima fila sul fronte delle vaccinazioni e dell’emergenza Covid in una serie di battaglie sociali tese alla ricerca della chiarezza, della verità scientifica e della tutela dei diritti dei cittadini.
Ha alle spalle una lunga carriera in ambito universitario e ospedaliero, che include 15 anni di pronto soccorso e chirurgia d’urgenza, mentre era al tempo stesso medico di base nel territorio.
È stato un vero e proprio enfant prodige in ambito sia medico-ospedaliero che politico.
Laureato in medicina e chirurgia con 110 e lode a 26 anni, alla sua formazione di medico chirurgo aggiunge rapidamente una serie di specializzazioni: scuola di sanità militare, chirurgia dell’apparato digerente, chirurgia d’urgenza e pronto soccorso, criochirurgia.
Già ufficiale medico e dirigente del Servizio Sanitario presso il Centro Informazioni e Difesa Elettronica, già dirigente dell’Unità Sanitaria Locale.
Entra in politica mentre è ancora studente di medicina, poco più che ventenne. Siamo nella seconda metà degli anni ’70, in piena prima repubblica, in un settore dominato da una spiccata gerontocrazia e in un territorio molto complesso ed eterogeneo.
La ventata di “aria nuova” da lui rappresentata è talmente convincente che si fa strada nei ranghi politici in maniera più che rapida e diventa sindaco di Ardea per la prima volta nel 1981, a 28 anni, carica che mantiene quasi ininterrottamente fino al 1994, quando si dimette per lasciare spazio alle nuove leve della seconda repubblica e compie questo gesto clamoroso nel pieno splendore della sua attività politico-amministrativa, quando ha una maggioranza “blindata” di 28 consiglieri su 30.
Questa scelta, unita alla contemporanea rinuncia agli incarichi ospedalieri, gli consente di dedicarsi pienamente alla sua passione primaria di medico territoriale ed alla moglie Simonetta, compagna e alleata di vita, che lo sostiene e lo supporta, coordinando da sempre le attività della famiglia.
Non rinuncia, però, all’impegno sociale, decidendo di imprimergli una svolta diversa, più divulgativa. È in questa fase che si dedica all’imprenditoria radio-televisa, a cui aggiunge poco dopo quella sportiva agonistica, nella quale viene catapultato dallo straordinario talento del figlio Andrea, che come pilota kartistico prima e automobilistico poi, ha una sempre più brillante carriera, che lo vede attualmente campione pluricontinentale con la Lamborghini nelle categorie Super Trofeo e GT3.
Non manca di supportare la figlia Marianna, quando la giovane decide di riscoprire e rilanciare le tradizionali radici agricole di famiglia, divenendo rapidamente imprenditrice di successo nel settore vitivinicolo biologico.
Mariano Amici non ha mai abbandonato la professione medica, non ha mai cambiato numero di telefonino.
Per i suoi pazienti, e non solo, Mariano Amici è sempre riuscito a ricavare uno spazio di attenzione e cura e non si è mai sottratto dal fornire il suo supporto sincero e diretto, pienamente “in scienza e coscienza”. Non si è mai negato a chi richiede un consiglio, un parere e perfino una visita a domicilio (che lui ancora effettua) anche per chi non è suo paziente e perfino per chi non appartiene al suo territorio.
Max