Mariano Amici è amareggiato ma ormai ci sorride. Dopo essere stato attaccato e messo all’indice per le sue posizioni di critica aperta alle modalità di gestione dell’emergenza sanitaria introdotte dai governi italiani degli ultimi anni, il medico di base romano sospeso per non essersi vaccinato contro il Covid si sarebbe aspettato di venir cercato dai giornalisti per sentirsi dire che aveva ragione ora che le sue affermazioni più controverse si sono rivelate scientificamente fondate. “E invece no – dichiara ironico – mi contattano per l’ennesimo maldestro tentativo di delegittimarmi: questa volta, pensi lei, accusandomi di aver intascato dei soldi pubblici per diffondere sulle emittenti radiotelevisive di cui sono stato amministratore i messaggi governativi per la prevenzione del contagio Covid, benché in contrasto con le mie note opinioni personali”.
Il riferimento è al servizio trasmesso l’altra sera su Rete 4 nel corso del programma “Zona Bianca“, in cui venivano rivelati i legami tra il professionista e l’editoria televisiva: “Capirai che scoop – dice sorridendo Mariano Amici, il medico di base che per primo ha girato l’Italia per dire che il Covid non è la peste e, anzi, può essere curato a casa -! Io ho iniziato a fare l’editore negli anni ’80 e nel tempo, insieme alla mia famiglia e ai miei collaboratori, ho creato uno dei più importanti poli multimediali del Lazio: nulla di segreto, questo è un settore difficile e con regole molto severe. Ma questa attività imprenditoriale mi ha garantito quella tranquillità economica che mi ha sempre consentito di svolgere la professione medica in assoluta autonomia, libero di pensare solo al benessere dei miei pazienti e di ignorare interessi e pressioni delle case farmaceutiche. Sia come dirigente ospedaliero che, in tempi più recenti, come medico di base”.
Dottor Amici, l’accusa che le viene mossa, però è di aver trasmesso a pagamento gli spot istituzionali che il Governo ha realizzato negli ultimi anni per diffondere le linee guida della strategia introdotta contro la pandemia. Nulla di illegale, sia chiaro, ma si pone un problema di opportunità: lei, in fin dei conti, ha sempre criticato quelle misure…
“In questa critica ci sono due errori. Il primo è più “di principio” e forse solo chi mi conosce da anni può credermi: io sono sempre stato un editore sui generis perchè non ho mai interferito sulle scelte editoriali delle emittenti che amministravo. Conosco il valore dell’informazione e l’importanza di poter essere indipendenti da qualunque pressione, a cominciare proprio da quelle fastidiose di un editore: so che in Italia, paese dove quasi ogni gruppo editoriale ha un proprio conflitto di interessi, il mio comportamento può risultare anomalo ma davvero non ho mai voluto imporre le mie idee a chi lavorava per me anche perché, onestamente, non ce n’era mai stato neppure motivo. Io ho sempre fatto il medico di campagna al servizio dei cittadini e le emittenti televisive del gruppo hanno sempre fatto informazione libera, mantenendo buoni rapporti con le istituzioni del territorio a prescindere dagli ordinamenti politici di chi era in carica e collaborando inoltre per tutte le iniziative di comunicazione ritenute di utilità sociale”.
Sul Covid però lei ha assunto posizioni molto esplicite e in contrasto con quelle istituzionali…
“E questo cosa c’entra? Il fatto che io possa avere determinate idee non significa che io debba necessariamente censurare chi non la pensa come me e, del resto, se le istituzioni chiedono la collaborazione dei media credo sia anche giusto aderire, al di là degli aspetti economici. Credo che un editore serio si comporti così: se per imporre le proprie convinzioni, censura le altre idee fa lo stesso errore che i media mainstream hanno fatto nei miei confronti in questi due anni. Ma qui c’è il secondo errore, che i giornalisti di “Zona Bianca” hanno compiuto e non so quanto in buona fede: io non sono più amministratore di Supernova ed Europa Tv, le due emittenti citate nel servizio, e per saperlo basta una visura camerale”.
Come mai ha lasciato le sue aziende?
“Perchè nel 2020, in previsione delle novità che negli ultimi tempi hanno riguardato il mercato televisivo locale con il passaggio al nuovo digitale terrestre e che renderanno il settore sempre più competitivo, avevamo già deciso di avviare il passaggio generazionale delle attività di famiglia ai miei figli, Andrea e Marianna. Ad agosto di quell’anno, quindi, abbiamo scelto due professionisti milanesi, con cui non avevamo mai avuto rapporti in precedenza, e abbiamo affidato loro la riorganizzazione del gruppo sul piano editoriale, commerciale ed amministrativo: in attesa che il processo riorganizzativo finisca, da gennaio 2021 io e i miei famigliari non abbiamo più cariche societarie e quindi ho avuto ancora meno voce in capitolo sulle strategie di gestione delle emittenti. Anzi, se vuole saperlo ho vissuto un autentico paradosso: mentre Rai, Mediaset e La7 mi tempestavano di inviti alle loro trasmissioni, anche se con l’evidente scopo di attaccarmi, io sono stato letteralmente ignorato dalle emittenti del gruppo che ho fondato!”
Ma lei nel servizio di Rete4 queste cose non le dice…
“Ormai tutti sanno come sia possibile manipolare e sintetizzare lunghe interviste per far uscire solo quello che si vuole… Era evidente che il loro obiettivo era quello di trovare l’ennesimo modo di delegittimarmi e hanno tenuto solo le parti che facevano al caso loro per una polemica davvero pretestuosa. Hanno voluto evidenziare anche il fatto che io abbia ricevuto la troupe nel mio vecchio ufficio presso il centro di produzione televisiva del gruppo: potrò ancora disporre liberamente di una stanza nell’azienda che ho fondato? Se li avessi ricevuti nel mio studio, avrebbero sicuramente avuto da ridire: del resto è da mesi che sono stato sospeso per non essermi vaccinato contro il Covid”.
Quindi un attacco a fini politici?
“Premesso che io non sono candidato alle elezioni, è però evidente come la macchina del fango sia in piena attività con qualche nota di disperazione, stante il periodo di campagna elettorale, perché non basta fissare una data per le elezioni talmente a breve termine da impedire, di fatto, a tutte le realtà anti-sistema di potersi organizzare per partecipare alle consultazioni elettorali: no, non è sufficiente. Il sistema vuole avere la “certezza” di escludere da ogni possibile consenso pubblico quanti non sono allineati con le direttive di manipolazione mentale, di restrizione delle libertà personali, di trattamento sanitario obbligatorio di massa, di asservimento agli interessi degli USA, di distruzione del tessuto economico nazionale ed impoverimento estensivo del ceto medio”.
Ad attaccarla però in studio durante il programma “Zona Bianca” c’era soprattutto qualche suo collega, come quel dottor Pasquale Bacco che per lungo tempo ha condiviso le sue battaglie e i suoi ideali salvo poi pentirsi e diventare un grande accusatore di quanti hanno sempre criticato la linea del governo contro il Covid…
“Ognuno è libero di cambiare idea, io non ne condivido e non ne capisco ancora oggi la scelta ma immagino che lui abbia avuto validi motivi per mutare così drasticamente la propria posizione. Certo, se permette, non accetto etichette o giudizi morali: quanti l’altra sera mi accusavano – senza contraddittorio – di essere “molto sensibile al denaro” sono gli stessi che si facevano pagare i certificati di esenzione vaccinale (che debbono essere gratuiti per legge), eseguiti – tra l’altro – in maniera non idonea all’uso per il quale erano destinati. Ma vabbè…”.
Sta dicendo che i giornalisti dovrebbero scegliere meglio gli ospiti delle trasmissioni?
“Ormai non mi stupisco più delle bassezze a cui ricorrono i giornalisti main-stream, sempre solerti e scodinzolanti rispetto al sistema, soprattutto dopo che il “salvatore della Patria” (il premier dimissionario Mario Draghi; ndr) ha salvato le loro super-pensioni, accollando il deficit dell’INPGI all’INPS. Come potrebbero andare contro il sistema dopo questa “marchetta”? E non parlo di spot, come quelli che hanno voluto maldestramente e impropriamente attribuire a me. No. Parlo di conduzione di programmi “informativi”, quelli che dovrebbero informare e non fare propaganda. Del resto, guardi il mio caso: per mesi in tv nei principali talk show nazionali mi hanno accusato e persino deriso per quanto dicevo sul Covid e sulla sua curabilità e poi sull’inefficacia e la potenziale pericolosità del vaccino; ora che i fatti e anche gli altri virologi del main stream mi hanno dato ragione qualcuno si è preso la briga di chiamarmi di nuovo in trasmissione per riconoscere che, in fondo, avevo detto la verità?”.