Gli investigatori della Squadra Mobile reggina e dello Sco erano sulle sue tracce già da diverso tempo, dopo averlo inseguito prima in Olanda (ad Aalsmeer), dove gestiva gli interessi illeciti del sodalizio mafioso di riferimento poi, scoperte le generalità della falsa identità della quale si serviva, sono infine riusciti a fermarlo allaeroporto diSan Paolo del Brasile, dove si stava imbarcando per Caracas, suo attuale rifugio. E dunque terminata la caccia al latitante Vincenzo Macrì, figlio di Antonio Macrì, che per la sua caratura criminale erano chiamato il boss dei due mondi; egli infatti, poi ucciso a Siderno il 20 gennaio 1975, in seguito a un agguato maturato nellambito della prima guerra di ndrangheta, era un personaggio di spicco in Canada e negli Stati Uniti. “Al termine delle relative procedure di estradizione dal Brasile hanno spiegato gli investigatori italiani – Macrì verrà condotto in Italia per essere sottoposto al regime di custodia cautelare in carcere”. Le indagini, lunghe e complicatissime, sono state coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, e poi condotte dal servizio centrale operativo della Polizia e dalla squadra mobile di Reggio Calabria, di concerto con l’attività di raccordo di Polizia e Interpol. Provvidenziale la collaborazione della Polizia brasiliana, nella localizzazione e la cattura del calabrese 52enne, che si apprestava a finire nellelenco dei latitanti pericolosi, continuamente aggiornato dal Ministero dellInterno.
M.