(Adnkronos) – “Obiettivo concretezza”. Riassumono così lo spirito che animerà la loro azione. Famiglie ed ex malati uniti contro quella che ha ormai assunto i contorni di una “vera e propria emergenza nazionale e sociale”. Anoressia, bulimia, binge eating, vigoressia, ortoressia: i disturbi del comportamento alimentare – noti come Dca o, più recentemente, Dna (Disturbi della nutrizione e alimentazione) – dopo la pandemia hanno raggiunto “numeri che non possono più essere ignorati: un aumento che sfiora il 40%, una crescita dei ricoveri che tocca il 50%”. Dalle esperienze e dall’impegno di chi ha lottato in prima persona contro queste patologie (ex malati, madri, padri, fratelli, sorelle, amici, compagni) nasce a Grosseto una nuova realtà. Si chiama Fondazione Fiocchetto Lilla e verrà presentata mercoledì 15 marzo, in un incontro a Milano alla Casa della psicologia e in contemporanea in altre città d’Italia.
Le vittime di questi disturbi sono soprattutto gli adolescenti, ma anche gli adulti cadono nella loro rete, spesso dimenticati e considerati troppo compromessi per ricevere cure adeguate. E’ “una piaga sociale”, denunciano i promotori della Fondazione, che colpisce in modo trasversale indipendentemente dal reddito e dal livello culturale. “Sono malattie psichiatriche complesse che coinvolgono la mente e il corpo”, avvertono. Pericolose perché “subdole e mortali”. Nella fascia adolescenziale rappresentano la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali, segnalano. Ne soffrono 4 milioni di persone, sempre più bambini (tra i 9 e i 12 anni), e sempre più maschi. E ad ammalarsi è l’intera famiglia. E’ come un terremoto, uno tsunami che travolge e distrugge tutto.
“Si vive nella paura, nell’angoscia di perdere il proprio caro, di dire e fare le cose sbagliate”, racconta chi ci è passato. “E troppo spesso ci si sente abbandonati”. E lo stigma che ancora circonda queste malattie rende la richiesta di aiuto ancora più complessa e difficile. Per questo motivo nasce la Fondazione Fiocchetto Lilla. Una realtà che raccoglie quanto di buono è stato costruito con associazioni come ‘Così come sei’, fondata da Francesca Lazzari, che ha perso uno dei suoi 4 figli; ‘Mi nutro di vita’, presieduta da Stefano Tavilla, che ha visto morire la figlia, Micaela Bozzolasco e Sebastiano Ruzza che hanno vissuto la malattia sulla propria pelle; ‘Perle Onlus’, fondata da Mariella Falsini che la malattia la conosce da vicino, Simona Corridori, ideatrice del codice lilla, e Maria Carla Martinuzzi, pediatra. Queste tre associazioni creano ora, come soci fondatori, una nuova realtà “di respiro nazionale”.
La Fondazione Fiocchetto Lilla “intende promuovere cura, ricerca, formazione, prevenzione, tempestività nelle cure, ascolto, credibilità, continuità assistenziale e dei percorsi di guarigione. In un’unica parola: concretezza”, spiegano i promotori dell’iniziativa. Dopo anni spesi “per aiutare persone, dialogare con le istituzioni, locali e nazionali, fare prevenzione e informazione, sensibilizzare la cittadinanza, approfondire studi e stimolare competenze professionali, è giunto il momento che il lungo e spesso sofferto percorso svolto fino ad oggi intraprenda nuove strade, con mezzi adeguati alle nuove e crescenti sfide”.
Fra le prime missioni che la Fondazione Fiocchetto Lilla mette nero su bianco c’è quella di “certificare un progetto di prevenzione per le scuole primarie di tutto il territorio nazionale, coinvolgendo famiglie e insegnanti, con criteri di riproducibilità e obiettivi comprensibili, misurabili, osservabili (follow-up a distanza sui ragazzi)”. E ancora: offrire appoggio alle famiglie e ai malati con gruppi di ascolto e mutuo aiuto; dare un sostegno concreto e un aiuto a chi soffre di malattie del comportamento alimentare attraverso la ricerca, al fine di individuare i percorsi di cura più adeguati ed efficaci; coltivare un confronto attivo con le istituzioni pubbliche e gli enti privati al fine di velocizzare la creazione di una rete di servizi territoriali su tutto il territorio nazionale. Evitando così dolorose migrazioni e purtroppo morti premature; tutelare il diritto del malato e delle famiglie con una struttura adeguata anche attraverso un supporto legale.
Ci sarà anche attenzione alla comunicazione su questi temi delicati. L’idea è quella di “creare un organo di controllo che, attraverso i media e i social, segnali chi strumentalizza a scopo personale o di lucro queste malattie e chi ne soffre”. E poi l’aspetto accademico: fra gli obiettivi che la nuova realtà si pone c’è anche quello di collaborare con le università allo scopo di incrementare lo studio di queste patologie. E l’elenco continua: fra i punti messi in evidenzia c’è anche l’obiettivo di entrare in contatto con le case farmaceutiche per stimolare la ricerca di farmaci sempre più adatti e specifici.
Sarà “un po’ come un ritorno alle origini, quando al centro c’erano le persone che avevano bisogno di aiuto”, spiegano le anime della Fondazione in un video che promettono di far sentire la propria voce perché “anche la politica e i ministeri si occupno delle malattie del comportamento alimentare”. Le voci raccolte nella clip parlano di “dignità”, “concretezza”, “supporto”, di “una speranza anche per noi”. Le testimonianze si susseguono nei due minuti di video: “Sempre più spesso mi sono dovuto confrontare con l’impotenza”. La Fondazione, proseguono i promotori, “è una possibilità per creare un coro unico di voci”. Il sogno è che “dietro ogni fiocchetto lilla ci siano solo storie di vittoria”.