Quando, a ridosso della fine del periodo di Pasqua, abbiamo letto che le storiche e variegate uova ‘con la sorpresa dentro’, quest’anno avevano registrato un considerevole calo di vendite, nessuno ha ‘osato’ minimamente pensare che quell’impietoso -11,3% sulle vendite fosse da attribuire al sopravvenuto distacco degli italiani dal cioccolato, quanto invece – complice la crisi economica – dettato dai costi di produzione, che ne hanno fatto un dono spesso ‘proibitivo’.
Altro che ‘nausea’ da cioccolato! Come stanno invece dimostrando le premesse che accompagnano l’atteso ‘World Chocolate Day’ (la giornata mondiale del cioccolato), in programma domani, e con una serie di iniziative sparse un po’ in tutto il Paese, gli italiani continuano ad adorare il cacao lavorato, e guai a farne a meno.
Piuttosto, l’Unione Italiana Food (che le categorie merceologiche alimentari), ha invece rivelato che in realtà – come già evidenziato lo scorso anno – la produzione cioccolatiera, ha toccato la cifra impressionante di 377.858 tonnellate di prodotti finiti (che equivalgono ad un incremento sul mercato del +6,4%), spingendo al rialzo il valore (+6,8%) rispetto all’anno precedente, che in soldoni equivale a ben 5.130,5 milioni di euro.
Colpisce ma non più di tanto che il cioccolato al latte abbia scalzato dal trono quello fondente, qui pesa il gusto dei bambini, che in percentuale ne restano ovviamente i principali fruitori. Dopo un periodo di oblio, tornano gli storici cioccolatini i quali, come spiegano all’Ansa dall’Unione Italiana Food, “rispetto alla scarsa performance registrata nel passaggio al 2020, hanno chiuso lo scorso anno con un +17,7% in volume sull’anno precedente e un progresso in valore di un +17,6%, totalizzando 165.146 tonnellate per un fatturato di 2.748,3 milioni di euro”.
Riassumendo dunque, come ha riferito all’agenzia di stampa Ansa il direttore generale di Unione Italiana Food, Mario Piccialuti, “È un ottimo risultato in generale e la crescita è diffusa su tutti i segmenti su cui spicca l’andamento dei cioccolatini con ogni tipo di confezione, sia in sacchetti, astucci e cofanetti. La flessione delle uova di Pasqua è invece dovuta al fatto che lo scorso anno ancora le riunioni in famiglia e la socialità erano molto limitate dal Covid e quindi molti hanno dovuto rinunciare a portare in dono a parenti e amici il classico uovo di Pasqua come di consuetudine“.
Max