La zona euro prosegue e mostra segni di crescente tenuta, mentre le misure di politica monetaria sostengono la domanda interna. L’espansione economica, che ha accelerato oltre le attese nella prima metà del 2017, continua a essere solida e generalizzata nei diversi paesi e settori”. E quanto si legge nellodierno Bollettino economico della Bce, che evidenzia come, nel secondo trimestre (a seguito delle stime dell’Eurotower), l’aumento del Pil dellarea Ue – in termini reali – è stato pari allo 0,6% rispetto allo 0,5 del primo trimestre. Come spiega il Bollettino, “La crescita del Pil in termini reali è sostenuta in prevalenza dalla domanda interna. I consumi privati sono sospinti dagli incrementi dell’occupazione, che a loro volta beneficiano delle passate riforme del mercato del lavoro, e dall’aumento della ricchezza delle famiglie. La ripresa degli investimenti continua a essere sostenuta da condizioni di finanziamento molto favorevoli e da miglioramenti della redditività delle imprese. Indicatori a breve e indagini congiunturali confermano una robusta dinamica espansiva su orizzonti ravvicinati”. Intanto, in relazione al QE il Consiglio direttivo della Bce, ha reso noto di aver mantenuto invariato l’orientamento di politica monetaria e deciderà in autunno riguardo alla calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo alla fine dell’anno”. Permangono ancora dubbi rispetto alle misure dell’inflazione di fondo che, sebbene negli ultimi mesi abbiano segnato un lieve aumento, debbono però dimostrare la continuità di tale crescita. La stima preliminare dell’Eurostat spiega infatti che l’inflazione al netto di alimentari e beni energetici, stabile rispetto allo scorso luglio, ad agosto si è collocata all’1,2 per cento, dunque superiore di 0,4 punti percentuali rispetto alla media dell’ultimo trimestre. Resistono invece le pressioni interne sui costi, perlopiù conseguenti ai mercati del lavoro, “L’inflazione di fondo nell’area dell’euro si legge – dovrebbe aumentare gradualmente nel medio termine, sostenuta dalle misure di politica monetaria della Bce, dal perdurare dell’espansione economica, nonché dalla progressiva riduzione della capacità inutilizzata nell’economia e dall’incremento dei salari associati a tale espansione”. A tal proposito, riguardo al settembre 2017, le proiezioni macroeconomiche stilate dai tecnici della Bce, prevedono una crescita del pil in termini reali del 2,2% per cento nel 2017, dell’1,8% nel 2018 e dell’1,7% nel 2019. Quindi il bollettino della Bce, entra poi nel vivo dei temi che in qualche modo influenzano landamento delle economie. Riguarda allItalia, la Bce sottolinea che, seppure stia diminuendo (così come per la Slovenia), la disoccupazione non rispetta tuttavia le aspettative, presentando un tasso di senza lavoro in calo ma “non soddisfano ancora i requisiti per una riduzione significativa” della disoccupazione. Un apporto significativo poi quello legato ai flussi migratori: “Nellarea delleuro nel suo complesso durante la ripresa limmigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in età lavorativa, riflettendo soprattutto lafflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dellUnione europea. A sua volta – osserva ancora la Bce- ciò ha verosimilmente avuto un effetto considerevole sulla forza lavoro, in particolare in Germania e Italia, ma anche in altre economie minori dellarea”. Tuttavia, a segnare gli aspetti positivi legati allaumento delloccupazione, evidenzia il Bollettino, “Proseguendo un trend di lungo periodo, l’aumento della forza lavoro durante la ripresa economica è stato trainato dalla partecipazione femminile. Se l’aumento della percentuale di persone appartenenti a fasce d’età più elevate caratterizza entrambi i generi (grazie anche al livello di scolarizzazione,ndr), per le donne la crescita del tasso di partecipazione nel corso della ripresa è stata più sostenuta, mentre il calo della forza lavoro in piena età lavorativa (tra i 25 ed i 54 anni di età) è stato più contenuto”.
M.