Stavolta il video-collegamento era con il parlamento Ceco e, nell’ambito del suo intervento, il presidente ucraino ha colto l’occasione anche ‘per mettere in guardia’ il governo di Praga (fra l’altro memore di una tragica ‘primavera’): “I carri armati russi che prendono d’assalto le città del Donbass ucraino, che stanno cercando di avanzare verso Kharkiv, Nikolaev, Zaporozhye, devono essere fermati o espulsi dal territorio dell’Ucraina indipendente. Affinché non vengano mai a Praga, o Ostrava, né a Brno, né a Plzen, né a Karlovy Vary, né in nessun’altra città del nostro continente. È in Ucraina che la battaglia per il futuro dell’Europa è ancora in corso“.
Come sempre più che convincente nel pronunciare i suoi discorsi – umanamente comprensibili – il leader ucraino ha poi aggiunto: “Quando l’Ucraina chiede sostegno ai Paesi europei, procediamo da quelle parole che sono diventate uno dei principi fondamentali della vostra storia: siamo con voi, siate con noi”.
Quindi, congedandosi, Zelensky ha tenuto a ringraziare “la Repubblica Ceca e il popolo ceco per la loro generosa assistenza in questa lotta. La Repubblica Ceca ci ha aiutato con le armi molto seriamente. Ringrazio la leadership dello Stato. E il sostegno dovrebbe essere mantenuto tanto quanto serve per vincere”.
Dunque, ha poi concluso il presidente ucraino in un tripudio di applausi, “Ecco come dovrebbe finire questo confronto: con la vittoria. Il popolo ceco è ben consapevole di come finiscono i compromessi a spese di qualcun altro e a cosa portano le concessioni alla tirannia“.
Max