“Dal decreto Sostegni Bis sono state escluse, per una incredibile svista, tutte le piccole e medie imprese che così non potranno ottenere alcun aiuto economico nonostante i gravi danni patiti a causa della pandemia da Covid-19. Oltre al danno anche la beffa che non ci saremmo mai aspettati dal “governo dei migliori” guidato dal premier Mario Draghi”. Lo dichiara in una nota Enrico Folgori, presidente della Feoli (la Federazione Europea Operatori Logistica Integrata) e Chief Strategy e Market Intelligence Office di Sic Europe, azienda italiana leader nella logistica.
“E’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge n. 106 del 23 luglio 2021 che converte in legge il D.L. n. 73 del 25 maggio 2021, il cosiddetto Sostegni Bis. Purtroppo – denuncia Folgori – in sede di conversione il Parlamento non si è accorto di un clamoroso errore: l’esclusione di tutte le pmi con fatturato compreso tra i 10 e i 50 milioni l’anno. Il decreto, infatti, non ha rinnovato – sottolinea Folgori – uno strumento fondamentale come il Fondo Patrimonio Pmi che permetteva di emettere titoli obbligazionari a fronte di un aumento di capitale. Il 25 giugno scorso il Servizio Studi della Camera dei Deputati emetteva un documento denominato “Misure fiscali e finanziarie per l’emergenza Coronavirus” in cui a pag. 27 si dava per avvenuto il prolungamento dei termini al 31/12/2021 del Fondo Patrimonio Pmi citando l’articolo 17 del Decreto Sostegni Bis. Peccato che l’articolo 17 sancisca il prolungamento dei termini per il c.d. “Patrimonio Destinato”, strumento dedicato alle Spa con fatturato maggiore di 50 milioni di euro”.
“La scadenza per accedere al Fondo Patrimonio – dice Folgori – è stata insomma prorogata solo per quelle aziende che fatturano più di 50 milioni, ma non per quelle che fatturano tra i 10 e i 50 milioni. Una beffa per migliaia di imprese e di imprenditori. Inoltre – prosegue Folgori – è ancora in bilico la sorte di quelle imprese che hanno regolarmente presentato la domanda entro il 30 giugno (termine ultimo), ma che non hanno potuto emettere i suddetti titoli causa mancata risposta da parte di Invitalia”.
“Come Presidente della Feoli, che raggruppa numerose imprese aventi i requisiti per essere potenzialmente interessate allo strumento legislativo che permette di rafforzare l’azienda ed ottenere liquidità determinante per superare le difficoltà economiche del periodo, mi sento in dovere di denunciare questa incredibile svista: non può trattarsi d’altro visto che l’Ufficio Studi Legislativi della Camera dava per scontata la proroga del termine per tutte le imprese”, dichiara Folgori.
“Certo, colpisce il fatto che nessuno, né al governo, né nelle commissioni parlamentari, né alla Camera e al Senato, si sia accorto di nulla. Spero che il governo e il Parlamento trovino il modo per colmare questa lacuna, magari intervenendo d’urgenza con un decreto ad hoc per non abbandonare al loro destino migliaia di imprese che da mesi sono in prima linea per contribuire a salvare l’economia italiana creando ricchezza e lavoro nonostante le difficoltà create dal Coronavirus”, conclude Folgori.