Dopo le difficili e ‘dure responsabilità’ alle quali è stato chiamato ad esprimersi il comitato scientifico rispetto al Paese – il Parlamento in quei giorni era vuoto – ora si torna a ‘far politica’ e, come volevasi dimostrare, le antiche ruggini ci mettono un attimo a riaffiorare.
Accade infatti che in queste ore, nell’ambito del ‘confezionamento’ dell’imminente dl, Italia Viva sta premendo per inserire la proposta della Bellanova (nella foto): regolarizzare i famosi ‘600 invisibili’. Al tavolo sono seduti la Lamorgese (Viminale), Provenzano (ministro del Sud), la Catalfo (Lavoro), e la stessa Bellanova ma, come vedremo, non son tutte rose e fiori.
A quanto pare infatti la proposta della Bellanova non troverebbe gli entusiasmi del M5s e, già avrebbero fatto notare, la momento “Non c’è spazio, dovremo fare un decreto ad hoc“.
E sarebbero stati diversi deputati pentastellati a dichiarare alle agenzie di stampa che, “Possono fare tutte le riunioni che credono ma le decisioni le prendono poi Conte con i capi delegazioni, ed è lì che faremo saltare il banco…“.
Dal canto suo, subissato di proteste, il capo politico del Movimento, Vito Crimi si sarebbe affrettato a spiegare che si tratta soltanto di una riunione tecnica, e dunque non decisiva. Poi ‘si vedrà’.
L’opposizione alla proposta della Bellanova è presta spiegata, come ha rimarcato un altro parlamentare 5stelle: “Con i problemi che abbiamo, non c’è certo spazio per ‘sanatorie’. L’Inps ha fornito i numeri del lavoratori agricoli che non arrivano alle fatidiche 51 giornate, la soglia limite per ottenere l’indenizzo ovvero per avere i benefit riconosciuti ai lavoratori agricoli stagionali. Sono ben 450mila, pensiamo prima a loro, poi semmai a regolarizzare i migranti…”.
Ma come dicevamo, i reciproci ‘odi’ non hanno badato manifestarsi:
“L’Iv cerca solo un pretesto per creare discordia e dividere – avrebbe affermatosi un grillino di peso – ma non la spunteranno”.
Ora quel è il problema? Semplice ed ovvio: in questo caso Italia Viva può contare sull’appoggio del Pd, e per il M5s l’unica alternativa sarebbe un intervento da parte del premier. Quest’ultimo però, come ‘si sente dire’ da tempo, con calma ma sarebbe già al lavoro per un ‘suo’ schieramento, e non è dunque dato per scontato un appoggio al M5s, tra l’altro – specie dopo la vicenda Bonafede-Di Matteo – dato come partito in ‘caduta libera’.
Una cosa è certa, il dl aprile, atteso a maggio, non può certo essere varato a giugno…
Max