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Disoccupazione al 12,7% e Pil a -9,8%: la drammatica stima Fmi per il nostro Paese

Purtroppo – ormai ‘storicamente’ – la situazione economica italiana è quella che è e, nonostante l’annunciata ‘potenza di fuoco’ che il nostro governo ha messo in piedi per ripartire bene e presto, le previsioni non possono che essere ovviamente pessime. Un quadro scoraggiante che impone almeno una stagione di lacrime e sangue (se basterà), per poi magari sperare di tornare ad un ‘minimo’ di tolleranza, rispetto al trend che caratterizza la media degli altri paesi.

Fine anno con il Pil al -9,8%. Ma nel 2021 a +4,8%

Una situazione abbastanza evidente, ‘avvalorata’ dalla puntuale stima  negativa – che il Fmi stamane ci ‘ricorda’ attraverso il suo bollettino, il ‘World Economic Outlook’, che calcola le drammatiche conseguenze della nostra economia a seguito dell’avvento del coronavirus: il Pil che potrebbe chiudere l’anno a -9,8% per poi, auspica, segnare un +4,8% nel 2021.

Purtroppo l’Italia – anche in virtù di un debito pubblico da recordpaga molto più di altri paesi quest’improvvisa crisi, pagando con un calo di ben 9,6 punti, quando invece, nemmeno tre mesi fa, il Fmi stimava una crescita di circa lo 0,5%.

La piaga maggiore rappresentata dalla disoccupazione

Come dicevamo, le conseguenze sono ipotizzabili fin da subito, attraverso un’impennata del tasso di disoccupazione – intorno al 12,7% (dunque di 2,7 punti in più rispetto al 2019) che come dicevamo a proposito del Pil, dovrebbe poi scendere al 10,5% nel prossimo anno.

Intendiamoci, il fenomeno investirà comunque  l’Europa intera anche se, in misura minore. Ad esempio, la Germania soffrirà meno, (dal 3,2 al 3,9%),  mentre, sempre secondo le stime,  la Francia ci seguirà a ruota (toccando il 10,4%). Tuttavia, molto peggio di noi, sarà la Spagna a soffrire maggiormente (dal 14,1% del 2019, al 20,8% attuale, e al 17,5% nel 2021).

Un crisi che coinvolge amaramente anche gli Stati Uniti

Sempre nell’ambito del tasso di disoccupazione c’è da segnalare anche la disastrosa situazione negli Stati Uniti dove, già oggi, è stato calcolato che l’epidemia del coronavirus ha di fatto trasformato in disoccupati ben 17 min d americani! Il che equivale – per densità di popolazione – che dal 3,7% t scorso anno, gli Stai Uniti  sono balzati ora al 10,4%. Anche qui, per il 2021 è però previsto  un miglioramento al 9,1%.

Crescita ferma fino alla scomparsa della pandemia

Inoltre, spiega ancora il ‘World Economic Outlook’ rispetto all’Eurozona, alimentando l’inflazione, la crisi comporterà l’azzeramento della crescita dei prezzi, circa +0,2%. Dunque, conclude il Fmi, complessivamente si stima “una brusca contrazione del Pil globale del 3% nel 2020, molto peggiore rispetto alla crisi finanziaria del 2008-2009 seguita da un rimbalzo a +5,8% il prossimo anno”. Questo perché persiste “una estrema incertezza”, riguardo alla scomparsa della pandemia che, calcolata intorno alla seconda metà del 2020, sarà affiancata da misure di contenimento che per forza di cose ‘stopperanno’ la piena produttività de paesi.

Max