“Mentre la società prende le distanze dalla paura con il metro di una maggiore responsabilità, mentre le strade si popolano e i sorrisi riprendono a sbocciare, seppur coperti da una mascherina, mentre le luci si accendono e dissolvono la nebbia della pandemia rivelando uno scenario di ben più modeste proporzioni ormai conclamato a livello europeo, nelle discoteche e nei locali notturni, nelle sale da ballo rimane il buio. Non possiamo accettarlo”. Ed ancora: ”Noi non siamo la ‘movida’. Parola usata per esprimere il lato deteriore di un ‘movimento’ finalizzato a divertirsi pare, chissà perché, con una velata inclinazione alla scelleratezza. Noi siamo Imprenditori”.
Non ne possono più quelli del Sindacato Italiano dei Locali da Ballo (Silb – Confcommercio), che ha dato appuntamento per domani (dalle 9 alle 13), davanti a Montecitorio per un pacifico e ‘sicuro’ flash-mob’ al grido di “Vogliamo riaprire”.
Del resto qui si parla di imprenditori, di aziende che creano lavoro, il cui indotto rappresenta comunque numeri importanti nel Paese. Anzi, per quanto ’strano’ possa sembrare, il mondo delle discoteche, e più in generale dei locali da ballo, annualmente ’smuove’ qualcosa come 65,5 miliardi di euro, incidendo sul Pil al 36,2. Senza poi contare l’occupazione che (come hanno stimato l’Oxford Economics, e l’Istituto Astra Ricerche/Adc Group), annovera 569 mila addetti in tutto il Paese.
Facendo una precisa distinzione (ovviamente tra gli iscritti a Silb-Confcommercio), parliamo di 50mila discoteche per 4 miliardi di fatturato mentre, i ‘locali’, ne fatturano 7 di mld, dando lavoro a 400mila persone.
Come tengono ora a sottolineare da Silb – Confcommercio, “La tempesta c’è stata. E pare anche parzialmente passata. La pioggia invece continua a cadere su una categoria: quella che per mestiere, la gente la fa divertire. E la fa divertire in sicurezza. Dopo 106 giorni di chiusura (e di silenzio) ininterrotta, gli imprenditori dell’intrattenimento riprendono la parola”. Parliamo di imprenditori, come fa giustamente notare il presidente della categoria, Maurizio Pasca, “che hanno stilato protocolli seri, rispettosi delle ordinanze, del vivere civile, della salute pubblica, al fine di riprendere le loro attività. Imprenditori che onorano regole di capienza dagli anni Settanta, che hanno locali strutturati al fine di garantire distanze di un metro, imprenditori che hanno proposto protocolli di sanificazione, tracciamento, sicurezza. Imprenditori che hanno creato procedure per la sicurezza di pubblico e lavoratori! E che hanno bisogno di aiuti economici perché sono stati i più colpiti. Chiediamo una data di riapertura in condizioni economicamente sostenibili”.
Del resto, come fanno giustamente notare gli imprenditori dei locali,”riaprono gli stabilimenti balneari. I teatri. I cinema. I musei. Perché non i locali da ballo? Forse da troppo tempo imperversa una consonante di troppo. Ballo non è Sballo. Ballo è vita, gioia, positività, energia, bellezza, socialità, amore”.
Max