Il vittoriano si vede nuovamente protagonista dell’esposizione dedicata all’Impressionismo: “Dal Musée d’Orsay. Impressionisti Tête à tête”, che sarà accessibile al pubblico dal 15 ottobre al 10 gennaio 2016 presso l’Ala Brasini. Già nel 2014 il Complesso aveva ospitato i capolavori del museo parigino, grazie alla collaborazione stipulata tra le due strutture. Il curatore della rassegna difatti è Guy Cogeval, presidente del Musées dOrsay et de lOrangerie.
L’esposizione si pone l’obbiettivo di portare lo spettatore davanti alla realtà di profondo rinnovamento operato dai pittori parigini e non solo, nell’ultima metà del XIX secolo. Nel periodo nel quale si assiste ad una rottura con la tradizione, gli artisti rinunciano a soggetti di carattere religioso, mitologico, storico ed eroico, abbandonando i canoni universali ed oggettivi che avevano guidato l’arte sino a quel momento. Grazie all’avvento della fotografia possono svincolarsi dal compito di restituzione fedele dell’immagine e dedicarsi ad una pittura che possa esprimere ciò che scaturisce l’impressione di un istante in ogni individuo, manifestandosi soggettivamente. Mettendo in atto studi scientifici sulla percezione visiva della luce e dei valori cromatici che daranno il via, da lì a poco, a straordinari risvolti.
Vi è inoltre una ricostruzione di quelle che furono le ambientazioni, i luoghi, i costumi, le consuetudini della società del tempo attraverso opere del tutto rivoluzionarie nelle quali cambia anche l’approccio, nonchè lo sguardo verso la realtà circostante.
Sessanta opere, tra dipinti e sculture, si snodano attraverso il percorso museale, tra le quali troviamo delle vere e proprie icone del movimento come Il balcone di Eduard Manet, nel quale il pittore mostra i personaggi ed i costumi borghesi dell’epoca parigina ritraendo tre suoi amici in un atteggiamento immobile, quasi sognante. In Jentaud, Linet et Lainé Edgar Degas dipinge tre uomini, suoi compagni, in un tipico momento ludico in un Cafè parigino soffermandosi sui visi pensosi che risaltono dallo scuro sfondo. Con L’altalena, Renoir rende la luce protagonista della scena che viene filtrata atrraverso il fogliame circostante in un’immagine fissata quasi come un’istantanea fotografica nel gioco di sguardi dei protagonisti. Cèzanne che si allontanerà dall’impressionismo e si colloca convenzionalmente nella fase successiva della corrente, nella Donna con caffettiera è ancora impressionista. Con una sottile attenzione, però, si può scorgere qualche particolare della sua posteriore ricerca. Rodin, invece, traduce in scultura il linguaggio impressionista, con Victor Hugo va oltre l’immobilità scultorea.
Una visione completa, dunque, degli elementi caratterizzanti di una Parigi agli esordi di quello che sarà un rinnovamento, oltre che pittorico, culturale e sociale; investita dall’incessante Rivoluzione Industriale che cambia radicalmente le abitudini e le mentalità del popolo parigino della fine dell’Ottocento. Un’ulteriore rassegna sul vasto tema dell’Impressionismo, nel quale l’osservatore si trova coinvolto nell’atmosfera del momento di cambiamento che getterà le basi per l’arte novecentesca.