Non ha paura, continua per la sua strada, provoca, alza i toni, e per certi versi si gode a petto in fuori una sorta di surplus di popolarità che, tra i diversi accoliti che in queste settimane si stanno registrando con numeri statistici in aumento, rappresentano il vero elemento da cartina tornasole che il vicepremier sta tenendo in considerazione. Per quanto infatti riguarda le indagini che lo hanno coinvolto sul tema della nave Diciotti, Matteo Salvini si esprime cosi: Linchiesta sarà un boomerang”. E in tal senso, il vicepremier dice no allimmunità: “Non mi opporrò allautorizzazione a procedere e se il Tribunale dirà che devo essere processato andrò davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore”.
Se Salvini in un certo senso trae laspetto ottimistico della vicenda, in realtà una grossa fetta di imbarazzo la vivono i colleghi Di Maio e Bonafede.
Dietro langolo infatti per il movimento dei grillini cè il pericolo di trovarsi in una via di mezzo, quasi in un guado politico, tra le proprie posizioni politiche classiche e la necessità di uniformarsi ai doveri istituzionali con, come conseguenza, il fatto di poter soffrire una sorta di equiparazione a quelle forze politiche che i pentastellati erano soliti criticare: come fora Italia, per esempio.
Se il Cavaliere, nel difendere il leader leghista Salvini ha trovato modo di sferrare nuove critiche alle toghe, infatti, il ministro della Giustizia, il 5 Stelle Alfonso Bonafede, con un certo imbarazzo ha potuto solo commentare che “la magistratura può essere criticata ma mai offesa”.
E cè chi, nel movimento, sostiene che il più importante dei problemi interni da affrontare è che il fronte vicino a Fico possa sconvolgere gli equilibri della formazione politica.
Intanto il capogruppo in Consiglio comunale a Palermo Ugo Forello afferma: “Non ho dubbi sul fatto che abbia condotto le indagini con imparzialità”.