Sempre più accesa, acuita e tesa è la vicenda che lega il vicepremier Matteo Salvini e le autorità della magistratura che hanno deciso di intervenire sul caso della nave Diciotti.
Infatti, l’atto d’accusa contro il ministro dell’Interno adesso ufficialmente passa a Palermo. Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha spedito questa mattina il dossier con la documentazione della inchiesta ad un ufficiale della Guardia Costiera, cosicchè lo affidi poi appunto al procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Lo Voi.
Cè già una tabella di marcia delliter procedurale: il primo step verso il tribunale dei ministri che dovrà valutare le accuse contro Salvini per il blocco di 177 migranti sulla nave Diciotti, che sono come risaputo stati lasciati per dieci giorni al porto di Catania.
Il procuratore Patronaggio si basa di ben cinque ipotesi di reato: sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione e ancora arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio.
A questo punto, iter alla mano, il collega Lo Voi ha una tempistica di quindici giorni per valutare tutto l’incartamento e decidere se confermare o rivedere un po tutto il corpus incriminatorio di questa vicenda.
I dei tre giudici che compongono il tribunale dei ministri di Palermo, entro 90 giorni dovranno dunque poi fare accertamenti e ascoltare le “parti interessate”.
Il ministro, del resto, da par suo, ha già fatto ampiamente sapere di voler essere interrogato. Anzi: gira sempre più la possibilità che in effetti Salvini richieda un incontro, come spinto anche da altre componenti della vicenda, con le parti ritenute offese dalla vicenda: ovvero i migranti.
A dirlo ad esempio è l’europarlamentare Eleonora Forenza (gruppo Gue-Ngl).”Alcuni vogliono costituirsi parte civile contro il ministro dell’Interno – dice che ieri è entrata nell’hotspot di Messina dove sono ospitati 38 migranti”. Altra pagina, dunque, di una vicenda ancora lontana dalla sua conclusione.