Dichiarazione redditi 2022, cosa succede se si presenta in ritardo?

(Adnkronos) – Dichiarazione dei ritardi 2022, cosa succede se viene presentata in ritardo rispetto alla scadenza? Di norma, c’è il commercialista a ricordare quali siano i termini per la presentazione. Ma chi fa tutto da sé o si vale di caf deve sapere che cosa succede in caso di ritardo. Peraltro, anche l’incarico a un consulente esterno non esclude l’applicazione delle sanzioni tributarie in capo al contribuente, il quale al massimo potrà poi rivalersi nei confronti del delegato ricorda laleggepertutti.it.  

E’ bene sapere che il contribuente, decorso il termine per la presentazione della dichiarazione, nel caso si accorgesse di non aver inviato il modello potrà correggere tale inadempienza presentando la dichiarazione tardiva entro 90 giorni dalla data ultima di presentazione del modello. Oltre tale termine, la dichiarazione si considererà omessa e scatteranno quindi le sanzioni (amministrative o penali) per l’omessa dichiarazione dei redditi. Invece, nel caso si accorgesse di aver commesso degli errori, formali e/o sostanziali, potrà presentare una dichiarazione integrativa. 

Entro quanto tempo presentare la dichiarazione dei redditi?
 

La dichiarazione dei redditi deve essere presentata entro il 30 novembre dell’anno successivo al periodo d’imposta oggetto di dichiarazione. Tale previsione è regolata dall’articolo 4 bis comma 2 del Dl 34/2019 convertito: in caso di presentazione telematica è stato infatti disposto il differimento a regime del termine dal 30 settembre al 30 novembre. Decorso tale termine senza che il contribuente trasmetta il modello telematicamente tramite intermediario si configurerà: 

la tardiva dichiarazione se entro 90 giorni dalla scadenza inoltra la dichiarazione (quindi relativamente al modello Redditi 2021, entro il 28 febbraio 2022); 

l’omessa dichiarazione se la dichiarazione non viene trasmessa totalmente, oppure oltre i 90 giorni. 

Sanzioni per tardiva dichiarazione dei redditi
 

La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 23/1999 ha equiparato ai fini sanzionatori la dichiarazione tardiva a quella omessa, applicando quindi la sanzione a 250 euro, che può essere ridotta con il ravvedimento operoso.  

Invece le eventuali imposte pagate in ritardo sconteranno la sanzione per omesso versamento pari al 30%, se versato oltre 90 giorni dalla scadenza ordinaria, o del 15% anch’esso soggetto all’istituto del ravvedimento operoso. 

Pertanto, la tardiva dichiarazione può essere regolarizzata entro 90 giorni dal termine di presentazione mediante ravvedimento operoso: 

con il versamento di una sanzione pari a 25 euro (1/10 di 250), per la mancata presentazione della dichiarazione entro il termine previsto; 

se gli eventuali errori e le omissioni, incidenti sulla determinazione o sul pagamento del tributo, sono relativi a una dichiarazione (tardivamente o regolarmente) presentata, possono essere regolarizzati con il versamento, entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale è stata commessa la violazione, della maggiore imposta o del minor credito, dei relativi interessi al tasso legale (0,05% dal 1° gennaio 2020) e della sanzione ridotta: 

al 7,5% (1/8 del 60%) della maggiore imposta o del minor credito; 

al 6,66% (1/9 del 60%) entro 90 giorni dalla violazione.