Tutti i candidati hanno mostrato una scarsa conoscenza dei problemi reali del Paese, sia economici che politici. Su un terreno del genere ci si aspettava qualcosa in più da Jeb Bush (fratello dellex Presidente George) che sulle questioni reali dovrebbe avere una maggiore esperienza rispetto ai suoi avversari avendo lui governato un grande Stato come la Florida. Invece ha perso anche questennesima occasione per emergere fra i due grandi favoriti della corsa alla Casa Bianca in chiave Repubblicana: il miliardario Donald Trump e il chirurgo afroamericano Ben Carson. Entrambi non hanno brillato particolarmente, dedicando più tempo ad attaccarsi lun laltro che a rispondere chiaramente alle domande sui rispettivi programmi elettorali poste dai giornalisti presenti.
Bush ha invece giocato male le sue carte scagliandosi subito contro il suo ex delfino Marco Rubio invitandolo a dimettersi da senatore viste le sue continue assenze per curare la campagna elettorale. Un attacco-boomerang, dato che la calma e la lucidità nel rispondere senza cadere nelle provocazioni degli avversari mostrate da Rubio hanno spostato linteresse delle alte sfere del Partito (oltre che dei finanziatori) proprio da Bush a Rubio, sempre più destinato a scalzare definitivamente il suo vecchio maestro dal ruolo di terzo incomodo.
Chi si aspettava invece un confronto diretto fra Trump e Carson è rimasto deluso: fra discorsi vaghi, ripicche, accuse e quantaltro, entrambi i candidati hanno di fatto dato unulteriore spinta a Hillary Clinton, candidata Democratica e netta favorita per le elezioni del 2016.
Nonostante ciò, sembra sempre più vicina la vittoria delle primarie da parte di Donald Trump, anche considerando la martellante campagna propagandistica che il miliardario newyorkese sta portando avanti ormai da mesi incentrata sui classici temi della lotta allimmigrazione clandestina e della difesa della libera circolazione delle armi. Le uniche informazioni del programma di Trump che sono riuscite a emergere nella confusione del dibattito di stanotte riguardano infatti la costruzione di un muro al confine con il Messico per bloccare limmigrazione e la cancellazione delle guns-free zone (le zone dove è vietato portare armi). Non certo due proposte così convincenti, tanto da scatenare lironia di avversari e giornalisti.
Così, mentre la stampa dOltreoceano dà la sufficienza anche al senatore texano Ted Cruz e al governatore del New Jersey, Chris Christie, risale la china John Kasich, governatore dellOhio, che con semplicità e competenza ha smontato parecchie delle proposte dei suoi avversari definite irrealistiche e improponibili. Solo nei prossimi giorni sapremo se la mossa di Kasich gli avrà fatto guadagnare consenso nellelettorato Repubblicano.
Ma, intanto, lunica che sembra uscire rafforzata da questo scontro è proprio la Clinton, che dopo la rinuncia di Joe Biden ha la strada spianata verso la Casa Bianca.
Umberto Preite Martinez