(Adnkronos) – “L’abrogazione del reato di abuso di ufficio indebolirà gravemente la tutela del cittadino a fronte della prevaricazione arrogante del Pubblico ufficiale. La limitazione del reato di traffico d’influenze faciliterà la condotta di faccendieri senza scrupoli. In un momento nel quale, con la gestione del Pnrr, il rischio di rapporti tra le mafie e le pubbliche amministrazioni è particolarmente elevato, la riforma crea ulteriori spazi di impunità per la mafia affarista. Quanto scritto nel rapporto della Commissione europea è chiaro e assolutamente condivisibile e corrisponde a quello che in Italia magistrati, anche di diverso orientamento culturale, stanno cercando di far capire”. Così all’AdnKronos Nino Di Matteo, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, già membro togato del Csm, commenta il Rapporto sullo Stato di diritto presentato ieri dalla Commissione Europea e nel quale, a proposito della riforma della giustizia approvata il 15 giugno scorso in Consiglio dei ministri, si legge, fra l’altro: “È stata presentata una proposta di legge che mira ad abrogare il reato di abuso di ufficio pubblico e a limitare la portata del reato di traffico di influenze: queste modifiche depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero compromettere l’efficace individuazione e lotta alla corruzione”.
Per il sostituto procuratore della Dna, dunque, “con le riforme Cartabia e Nordio si delinea sempre più chiaramente una giustizia a due velocità: rigorosa e talvolta spietata nei confronti della criminalità degli ‘ultimi’, timorosa e con le armi spuntate contro le manifestazioni criminali del potere”.