Ancora nuovi elementi di discordia tra i due vice premier del governo Conte. Di Maio e Salvini battibeccano ancora su alcuni temi, in particolare sul decreto sicurezza, che delude il vice premier grillino, e sul contatto Salvini. Berlusconi che lo stesso leader leghista non ha smentito ma ha liquidato come un mero contatto di auguri.
Inizia a puntare il dito Di Maio: “Deluso dal decreto sicurezza, nulla sui rimpatri”, per poi aumentare il carico. “Non vorrei che servisse solo a coprire il caso Siri., ha ammesso, prima di chiedere alla Lega di smentire le telefonate con Berlusconi. Salvini ammette: “Al Cavaliere solo gli auguri”.
Di Maio, Salvini attriti su DL e Cavaliere. Contrasti su Dl Sicurezza e sulla telefonata a Berlusconi
“Ognuno pensi al suo e lo faccia col massimo dell’impegno. Non può essere colpa sempre degli altri, suvvia. E mi riferisco ai rimpatri. Questa è un po’ la scusa dell’alunno che non ha fatto i compiti a casa”: è quanto dice su facebook Luigi Di Maio, parlando del decreto sicurezza bis a firma Matteo Salvini.
Al quale rimprovera i contatti con Berlusconi: ” Leggo di telefonate di alcuni leghisti per tornare con Berlusconi. Noi vogliamo fare una legge sul conflitto d’interessi, lo chiedo al Pd ma soprattutto alla Lega: siate coerenti col contratto di governo, votate la nostra legge”. Di contro, Matteo Salvini chiarisce: “Berlusconi l’ho sentito per fargli gli auguri di buona salute.
Spero che Di Maio non polemizzi anche quando uno augura ’in bocca al lupo’ a qualcuno che è ricoverato in ospedale altrimenti saremmo veramente all’asilo Mariuccia”. Di Maio però aveva avuto modo di continuare a attaccare: Sono molto deluso dal decreto sicurezza, perché non dice nulla sui rimpatri.
Il tema ora non sono gli arrivi, quelli li abbiamo fermati, grazie alle politiche migratorie fatte dal ministero dell’Interno e dal governo. Ora, quando arriva una nave con persone a bordo, la maggior parte di queste persone va negli altri Paesi europei. Il tema vero è sui rimpatri, sui quali siamo pronti a dare una mano al ministro dell’Interno. Io non faccio il ministro dell’Interno, ma non può essere sempre colpa degli altri. Scrivere una lettera al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri e dire ’sui rimpatri dobbiamo fare di più mi sembra una iniziativa ingiusta”.