“Ho portato a termine il mio compito, oggi si chiude un’era e il Movimento deve rifondarsi. E’ arrivato il momento di dirci che per stare al governo serve essere organizzati e strutturati. Da oggi inizia quindi il percorso per gli stati generali del Movimento, in cui tracceremo una nuova idea di Paese. E’ giunto il momento di riformarsi. Oggi si chiude un’era”.
Come da previsioni, salutato da una standing ovation, non senza commozione Luigi Di Maio ha pronunciato il suo discorso di addio al ruolo di capo politico del Movimento. Anche qui, come anticipato, al momento lo ‘scettro’ – così come indica lo statuto – passerà a Vito Crimi, il membro più anziano del Direttorio.
“Per il bene degli italiani continuerò da ministro”
“E’ arrivato il momento di dirci che per stare al governo serve essere organizzati e strutturati – ha aggiunto il ministro degli esteri – Da oggi inizia quindi il percorso per gli stati generali del Movimento, in cui tracceremo una nuova idea di Paese. E’ giunto il momento di riformarsi”. Tuttavia, ha tenuto a rassicurare Di Maio, “Continuerò a lavorare per il bene degli italiani da ministro degli Esteri. Il Movimento è un progetto rivoluzionario. Continueremo ad essere determinanti per l’Italia, abbiamo davanti a noi lungo percorso di crescita“.
“I risultati arriveranno: l’esecutivo va avanti”
“Se negli ultimi anni non fossimo andati così spesso l’uno contro l’altro, avremmo raggiunto risultati ancor più importanti. Ma, dobbiamo essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Mi fido di voi e di chi verrà dopo di me. Stare al governo richiede fiducia prima di tutto in noi stessi. Ci vuole pianificazione e realismo”. Poi Di Maio ha esortato l’esecutivo perché “deve andare avanti, i risultati arriveranno”, anche perché, ciò che è il Movimento, “non può essere giudicato per 20 mesi al governo, e dobbiamo avere il tempo di mettere a posto quello che hanno messo in disordine per 30 anni quelli di prima”.
“Peccato il fuoco amico: tutti contro tutti”
Poi, come ad illustrare una sorta di bilancio, l’ex capo politico sottolinea: “Abbiamo fatto tanto da quando siamo al governo: per il lavoro, per le famiglie, la giustizia, l’ambiente. Nottate passate ai tavoli a lavorare“. Ma non può certo non evidenziare anche il ruolo sostenuto da quello che chiama “il fuoco amico: lesi dal tutti contro tutti, il rumore di pochi ha fatto danni. Basta pugnalate dalle retrovie“. Non ultimi poi, aggiunge, “gli attacchi ai probiviri da chi fa il martire tradendo regole, e definito da psichiatria chi lascia e sostiene il governo dal gruppo Misto“. Ovviament il suo non è un addio ‘in toto’ infatti, parlando del M5s, si affretta a precisare che “Non lo mollerò mai, è la mia famiglia”.
Max