Mentre si parla, a tutto tondo, da New York di grandi temi e di stabilita´nelle regioni calde a livello di sicurezza nel mondo, sul tema della politica nazionale torna a parlare Di Maio dopo il caso delle firme contro di lui.
“Le firme contro di me sono state un grande malinteso” ha detto il ministro.
L’Italia chiede stabilità nel conflitto in Libia, e di impedire l’aumento di migranti. Sono i termini attorno a cui si é espresso Di Maio da New York che, poi, come detto, ha riaperto il caso delle firme contro di lui.
“Le firme contro di me sono state un grande malinteso” ha detto il ministro degli esteri che naturalmente ha parlato dei grandi temi di politica estera e del taglio dei parlamentari.
Luigi Di Maio, era alla sua prima prima grande partecipazione da neo ministro degli Affari Esteri.
A New York ha visto diversi poltici ´specchio´nel corso la 74ª Assemblea generale dell’Onu.
In questo contesto Di Maio ha parlato con i ministri degli Esteri dei paesi del G7 e con alcuni del Medio Oriente e del nord-Africa.
Aggiornamento ore 7,49
Intervenendo ai microfoni di RaiNews 24 Di Maio si è voluto esprimere anche sulla politica interna italiana.
In particolare ha discusso della questione dei senatori del Movimento 5 Stelle si sono riuniti per scegliere un nuovo capogruppo.
Alla base ci sarebbe sla volontá da parte di alcuni senatori di rivedere lo statuto e ridefinire l’ambito di discrezionalità della leadership, mentre i seguaci Di Maio,avrebbero ribadito la prioritá del voto sulla piattaforma Rousseau.
Ai microfoni di Rai News 24 Di Maio appunto chiarisce: “Sono stato eletto capo politico con l’80% di preferenze, non con il 100% ed è giusto che ci sia chi non è d’accordo, ma far passare quelle 70 firme per 70 firme contro di me…”.
Il leader del M5S nega dunque fratture e in merito a quelle 70 firme, sostiene: “Ci sono persone che potrei definire amiche e con cui lavoro ogni giorno che mi hanno chiamato e mi hanno detto che è un grande malinteso: ‘non è contro di te ma per rafforzare il gruppo parlamentare'”.
Aggiornamento ore 11;54
Il capo politico del M5S Luigi Di Maio chiarisce ancora: “La riforma della legge elettorale è un tema che non mi appassiona, l’obiettivo prima è il taglio dei parlamentari“.
Di Maio ha poi inviato una sorta di messaggi alla Lega di Matteo Salvini: “Spero che ci sia il consenso in Parlamento per far partire la commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti. Penso che il governo sia caduto anche per la volontà della Lega di non farla partire”.
Lo ha detto riferendosi alla questione dei presunti fondi russi sul caso Savoini.
Poi, come detto, la faccenda Libia. Una delle priorità dell’Italia e del ministro Di Maio è la Libia.
“Bisogna fermare le partenze e per questo siamo impegnati in vari colloqui sulla stabilità della Libia, per fermare il conflitto e evitare che il Paese diventi ulteriormente una rotta di migranti verso l’Italia”.
E ancora: “L’Italia è da sempre in favore dell’unità, sovranità e integrità territoriale della Libia”.
Aggiornamento ore 16,57