“Siamo cambiati senza mai rinunciare a noi stessi, soprattutto ai nostri valori. Rappresentiamo quella parte del Paese che ha più bisogno del cambiamento, il ceto medio che paga le tasse, che non si tira mai indietro e che porta ogni giorno sulle spalle il peso della collettività. Noi parliamo a loro e lo faremo ancora”: in un’intervista a ‘La Stampa’, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio descrive in questi termini il M5S, sottolineando come “avere acquisito una cultura di governo significa farsi carico delle responsabilità, non prenderne le distanze. Per ottenere risultati utili ai cittadini servono nobili mediazioni”.
Una parola, continua, che “dieci anni fa era una parolaccia. Oggi non più. I cittadini vedono che il centrodestra è diventato destra e non è più in grado di combattere le loro battaglie. Noi vogliamo tutelare le imprese, le professioni dimenticate, le partite Iva. E crediamo nella riforma fiscale e in quella della giustizia. Tutti temi che non possono essere affrontati in modo ideologico”.
Nella lunga intervista, Di Maio fa riferimento anche al memorandum d’intesa sulla via della Seta: “Quel memorandum è stato firmato a metà del 2019 e vedo che ora è al centro di un grande dibattito. Io mi limito a osservare che i dati dell’export italiano verso quella parte del mondo sono in crescita spaventosa. E vi invito a chiedere alle nostre aziende che cosa ne pensano”.
E sui rapporti con Washington e Bruxelles, conclude: “La nostra alleanza sui valori non è discutibile. E con l’avvento della presidenza Biden l’accento su questo tema è ancora più forte e condiviso. Con i cinesi abbiamo un rapporto franco sulle attività commerciali”.