Luigi Di Maio auspica un vertice per raccogliere i cocci del governo dopo lo scontro su Siri, ma Matteo Salvini non ha la stessa urgenza. “Salvini non vuole: dopo il caso Siri lha presa sul personale” ha commentato il vicepremier Luigi Di Maio. “Non è vero che io chiamo e non mi risponde, semplicemente non vuole più fare un vertice di governo” in seguito alle dimissioni del sottosegretario decise in Cdm.
Di Maio: Non pronti sullautonomia, ma Lega non vuole un vertice”
“Se si va a rilento su alcuni dossier, la Lega dovrà chiederlo a se stessa”, ha continuato ad attaccare Di Maio, che poi ha portato il discorso su altri temi cari alla Lega, come lautonomia delle regioni e i rimpatri. “Sullautonomia ero pronto un mese fa. Sono disponibile ma senza vertice per dirimere temi e nodi non si può procedere. Se si va a rilento la Lega lo chieda a se stessa. Sono offesi per caso Siri? Lo rifarei altre cento volte. Si parla di concedere più autonomia alle regioni e io sono daccordo ma prima bisogna cacciare dalla sanità i raccomandati e i figli di”. Di Maio va giù duro poi anche sulla questione della sicurezza, non mancando di sottolineare la sua amarezza per la mancanza dei rimpatri nel decreto bis. “Mi spiace che non ci siano i rimpatri, è evidente che qualcosa abbiamo dimenticato nel primo decreto sicurezza”.
La replica di Matteo Salvini non si fa attendere: “Io per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i 5 Stelle. Inizio a notare troppi accoppiamenti fra Pd e 5 Stelle, troppa sintonia. No alla flat tax, no ad Autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari riapriamo i porti. Mi spieghi qualcuno se vuole andare daccordo con il PD o con gli italiani e la Lega rispettando il patto”.