“Quando ho lasciato il Movimento, mi sono arrivate delle proposte sia da destra che da sinistra. Io voglio fare politica seguendo le mie idee. Tra scrivere reportage e fare il ministro, non avrei dubbi. Sceglierei la prima”. Lo ha detto Alessandro Di Battista a CartaBianca aggiungendo che il pensiero di fondare un partito “esiste, ma in questo momento non ne ho ragionato in maniera concreta. Non lo escludo, ma neanche lo affermo”.
“Con Conte – ha poi spiegato – ho un buon rapporto, lui è più morbido, io ho posizioni più nette. Gli riconosco grande valore e dignità politica di alcune scelte, come quelle sui ristori, che non vedo nel governo dei migliori. Il mio ritorno nel Movimento? Dipende da quello che vogliono fare. Devono uscire dal governo Draghi, altrimenti la mia strada si allontanerà sempre di più”. “Quando io mi tagliavo lo stipendio – e ho restituito più di 300.000 euro – venivo considerato un populista, un demagogo. Ora che lo fa Draghi sembra il salvatore della patria, l’uomo rispettoso delle istituzioni”.
Quanto all'”emergenza sanitaria non può cancellare la politica. Ma la politica è morta, a parte alcuni ex dei Cinque Stelle, non c’è opposizione in Parlamento. Il Movimento ha commesso un errore politico imperdonabile a sostenere il governo Draghi.”