Benché ancora provvisorio, è di per se già spaventoso il bilancio dell’apocalittico terremoto che, nel suo culmine (si sono infatti registrate decine di scosse sopra i 5), ha toccato la magnitudo 7,7 della scala Richter, radendo al suolo la distesa area che segna il confine della Tirchia con la Siria, nella regione dell’Anatolia sud-orientale. Drammatico l’appello del presidente Erdogan, che ha richiesto l’aiuto della Nato. Purtroppo diverse strutture ospedaliere sono rimaste gravemente danneggiate, e nel paese, oltre che derrate varie, urge bisogno di sangue e medicinali. Un appello al quale, Italia in primis, stando rispodendo tutti, anche l’Ucraina e la Russia.
Terremoto in Turchia: il bilancio, provvisorio, parla di oltre 2.300 morti e di circa 1mila feriti
La prima ‘conta’ stilata dalle autorità turche parla dunque di oltre 2.300 vittime e di circa 10mila feriti ma, come dicevamo, purtroppo i numeri sono destinati a salire, basta pensare che a distanza di diverse ore dalla prima, nella provincia di Kahramanmaras ne è stata registrata un’altra di magnitudo 7.6, avvertita anche a Damasco. Nello specifico, stando a quanto ha riportato l’agenzia di stampa Sana, in Siria i morti accertati sono 820
Terremoto in Turchia: i Caschi Bianchi siriani: “E’ tutto distrutto, aiutateci a salvare la nostra gente”
Ismail Al Abdullah, responsabile dei Caschi Bianchi, l’organizzazione di difesa civile siriana che opera nelle aree della Siria sotto controllo dei ribelli, ha lanciato un drammatico appello: “Abbiamo bisogno di aiuto. La comunità internazionale deve fare qualcosa per aiutarci, per sostenerci. La Siria nordoccidentale è un’area disastrata. Ci serve l’aiuto di tutti per salvare la nostra gente“. Grazie all’ausilio dei microfoni della Bbc, l’uomo ha riferito che “numerosi edifici in diverse città e villaggi della parte nordoccidentale del paese sono crollati, sono andati distrutti dal sisma. Le nostre squadre hanno risposto a tutte le richieste, in tutti i posti e in tutti gli edifici e tuttora molte famiglie si trovano sotto le macerie. Stiamo cercando di salvarle ma per noi è un compito difficilissimo“.
Terremoto in Turchia: dalla prima delle 4,17 (ora locale), sono state registrate ben 40 scosse. Diramato l’allerta Tsunami, fortunatamente poi rientrato
Complessivamente, dalla prima scossa (registrata alle 4,17 ora locale, nella provincia di Gaziantep), fino a poco fa sono state oltre 40 le scosse di assestamento registrate in Turchia. Dal canto loro i tecnici del Cat-Ingv e del Koeri hanno cautelativamente diramato un’allerta tsunami (un’allerta di tipo Watch), rivolto all’area del Mediterraneo, che ha attivato anche le nostre autorità le quali, fino ad allarme cessato hanno subito predisposto la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici sul versante siciliano.
Terremoto in Turchia: ingenti i danni alle infrastrutture, autostrade divelte, diversi gli aeroporti chiusi, e molti porti sono fermi
Tanto per dare idea della violenza della scossa, il fatto che il sisma è stato avvertito – creando anche qui panico ed apprensione – anche in Libano, Grecia, Israele e Cipro. Inevitabilmente le scosse hanno causato notevoli danni anche alle infrastrutture, rendendo difficoltosi i collegamenti. A parte le diverse arterie stradali sconquassate, due aeroporti turchi – come quello sud-orientale di Hatay – sono stati costretti a chiudere. Ma, come ha affermato dal ministero della Difesa di Ankara, si sono formate crepe in quasi tutte le piste degli aeroporti delle regioni colpite. Allo stesso tempo, anche nell’aeroporto di Gaziantep, nel sud del paese, sono stati sospesi tutti i voli civili. Anche diversi porti sono coinvolti dalle scosse, sia a Ceyhan che a Iskenderun (nel sud della Turchia), risultano bloccate tutte le attività.
Max