Ergastolo, il massimo della pena. È quanto richiesto dalla procura di Roma davanti ai giudici della Corte d’Assise nei confronti delle quattro persone accusate di aver stuprato e ucciso Desirèe Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina morta in uno stabile due anni fa in via dei Lucani, Zona San Lorenzo, a Roma. Una terribile vicenda che scosse la comunità di quartiere e non solo, che svelò il degrado e l’orrore di quel 18 ottobre 2018.
Secondo la ricostruzione dei pm, Desirèe quel giorno è rimasta nello stabile in balia per ore dei quatto imputati: il senegalese Yusif Salia, 33 anni, i senegalesi Mamadou Gara, 28, Brian Minteh 44, e il nigeriano Chima Alinno, accusati di cessiomne di stupefacenti, violenza sessuale e omicidio volontario.
Quel che succede in quelle ore è disumano, terribile. Desirèe, stordita da un mix di droghe, viene violentata su un materasso spoglio, dove viene abbandonata fino alla sua morte. Il materasso con il corpo ancora in vita viene spostato solo in un posto meno degradato, ma nessuno chiama i soccorsi. Desirèe muore qualche ora dopo.
Nei mesi scorsi il Comune di Roma ha annunciato un percorso di riqualificazione di quello stabile abbandonato a San Lorenzo. Una riqualificazione necessaria e dovuta agli abitanti del quartiere e alla giovane Desirèe.