La ricerca scientifica è al centro della strategia di Eni: “negli ultimi 5 anni abbiamo investito 5 miliardi di euro nella ricerca scientifica”. Ad affermarlo, nel corso del suo intervento alla cerimonia di premiazione degli Eni Award al Quirinale, è l’ad di Eni, Claudio Descalzi. “La ricerca scientifica – spiega ancora – deve avere un occhio alle nuove tecnologie ma arrivare anche a fare in modo che si arrivi a una transizione giusta. Oggi premiamo i ricercatori che stanno dando qualcosa agli altri, pensando al futuro dell’umanità”, spiega l’ad di Eni.
I prezzi dell’energia non resteranno a quelli livelli “perché sono estremamente alti” ma resteranno comunque alti anche perché “siamo in una situazione in cui l’offerta è inferiore alla domanda”.
“I prezzi – sottolinea l’ad del gruppo energetico – non resteranno a questi livelli perché i livelli che abbiamo adesso sono estremamente alti e non riusciamo a tenerli. Però siccome visto che si investivano 850 miliardi nella parte gas e petrolio e adesso se ne investono 350 all’anno e questo è cominciato dal 2015 siamo in situazione fisica di offerta che è inferiore alla domanda è questo lo vediamo anche nel petrolio perché la domanda annuale è ormai vicina sui 98-99 milioni giorno e l’offerta è più bassa a 95-96. La domanda salirà ancora di più e anche se l’Opec dovesse dare liberare tutta la produzione che ha ancora bloccata e dovrebbe succedere – non so cosa decideranno – forse a metà o nel corso del primo trimestre del 2022 ci sarà ancora dal punto di vista fisico un gap tra offerta e domanda e quindi questo è abbastanza strutturale”,
Nel gas, spiega, “non vedo grossi investimenti adesso, non vedo grosse produzioni. Chi ha gas che può liberare gas lo sappiamo. Nel Nord Africa c’è però ci vogliono investimenti nell’Africa Sub sahariana, c’è in Far East, in Russia c’è assolutamente perché è il primo produttore sicuramente via pipeline ma anche nel Lng. Quindi vedremo ma io penso che non sia una cosa che si risolve in pochissimo tempo. I grossi quantitativi di gas entreranno quando il Qatar finalizzerà la prima fase” del suo grande progetto di gas naturale liquefatto “mi sembra 34-35 milioni di tonnellate all’anno Lng. In quel momento quando succederà non lo so 2026-27 o 28 in quel momento ci sarà un ingresso di volumi e l’unico modo per calmierare e abbassare il prezzo. E’ banale quello che dico ma abbiamo bisogno di queste produzioni”.
“L’Italia sicuramente è in una posizione privilegiata perché ha un accesso al gas in modo molto diversificato. Non c’è solo il gas che viene da nord – ha sottolineato Descalzi – ma abbiamo anche il gas che viene dal Nord Africa, dall’Algeria, dalla Libia e che viene anche dal Lng ad esempio quello che viene da Damietta o dall’Angola o dalla Nigeria. Quindi diciamo che il problema non penso che per l’Italia sarà che non avremo il gas me lo auguro su questo direi che sono ottimista probabilmente il problema saranno sui prezzi e sui costi”.