Stamane ha destato scalpore la denuncia per vilipendio espressa dal Viminale nei confronti del sindaco di Messina, Cateno de Luca: “Sono stati segnalati all’autorità giudiziaria i comportamenti tenuti dal sindaco di Messina – informa il Viminale – perché censurabili sotto il profilo della violazione dell’articolo 290 del Codice penale (vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate). La decisione è stata assunta dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell’immagine per l’intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari. Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione – prosegue la nota – le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all’indirizzo del ministero dell’Interno, appaiono inaccettabili, e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini, e a maggior ragione da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore, alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti“.
“La Stato vuole la mia testa perché ho denunciato”
Dal canto suo, appresa la denuncia, il sindaco De Luca ha replicato attraverso il suo profilo Fb scrivendo: “Lo Stato vuole la testa del sindaco De Luca. Sono stato denunciato per aver scoperchiato le vergogne di Stato”.
Max