L’accordo, tutto politico e strategico, fra Matteo Renzi e Silvio
Berlusconi appare più saldo che mai, e gli attacchi convergenti contro
il Premier da parte dei cosiddetti poteri forti, della sinistra PD e
della CGIL non fanno altro che irrobustirlo ulteriormente. Nel clima
di assalto generale alla diligenza del Governo Renzi, Berlusconi ha
la possibilità di dimostrare a se stesso e al suo popolo non solo di
essere vivo e vegeto, ma anche di essere indispensabile al cambiamento
del Paese e di esserlo ancora oggi, nonostante le ferite che gli sono
state inflitte nel corso della Guerra dei Vent’anni condotta contro di
lui da magistrati, stampa e , appunto, poteri forti. la sua forza
però sta tutta nel peso dei suoi gruppi parlamentari che, in sostanza,
rappresentano un bacino di voti di riserva per il Governo, in caso di
cedimenti della maggioranza. Proprio per questo la preoccupazione
principale del Cavaliere quella di mantenere l’unità del suo partito,
evitando di farsi trascinare nella guerriglia fra bande che può
danneggiare il suo disegno: continuare ad essere cioè, se non il
protagonista, almeno il deuteragonista della scena politica italiana,
con l’intima soddisfazione di aver visto sparire dalla ribalta molti
dei suoi antichi nemici, da Finio a Casini, da D’alema alla Bindi e
cos’ via.
Sull’altro versante, Matteo Renzi, arrivato al potere come Berlusconi,
senza l’imprimatur e la benedizione di poteri forti e salotti buoni
milanesi, deve dimostrare ora di essere più abile dell’uomo di Arcore,
nel respingere i colpi del tiro al bersaglio messo in atto dal coro
dei conservatori, guidato da Confindustria, di cui fanno parte ANM,
CGIL, e non ultima, la ditta Bersaniana, della sinistra PD.
Renzi sa che , almenop per ora, può contare su un vasto consenso
popolare e continua a sfidare senza timore l’establishment di matrice
prima e seconda repubblica, e per bloccare i tentativi di rivincita
all’interno del suo partito, fa capire, un giorno sì e l’altro pure,
che, alla fine, si può sempre tornare a votare in primavera.
Forse , però, èrpoprio questa eventualità che potrebbe spingere gli
avversari, interni ed esterni, messi di fronte all’alternativa di
vivere o morire, a coalizzarsi contro l’inarrestabile rottamatore, che
dopo il vecchi PD potrebbe rottamare anche la vecchia caqra Italia dei
privilegi e delle caste.
Così si spiega l’incalzare di inchieste e insinuazioni, dal padre agli
amici, di editoriali del Corriere della Sera , di critiche e accuse di
ogni genere, fino all’attacco finale di Diego della Valle che in
sostanza ha scoperto le carte. Per lui un’alternativa a Renzi c’è ed è
lo stesso Della Valle , pronto a presentarsi con una lista di Ministri
al Quirinale per formare un nuovo governo. Può sembrare una
provocazione, probabilmente per mascherare la vera alternativa, che è
sempre quella del Governatore Visco, ma ora in parlamento c’e’ un
ipotesi di lavoro in più per chi, sogna la rivincita contro Renzi.