Decreto Salvini, Minniti: ‘’Diventerà decreto insicurezza’’

La Commissione europea valuterà il decreto sui migranti e la sicurezza non appena avrà letto: “Il decreto è una proposta del governo e deve ancora essere adottato dai legislatori. Una volta fatto, la Commissione esaminerà” dichiara la portavoce Mina Andreeva di Bruxelles giorno dopo il via libera nel consiglio dei ministri. In Italia, intanto, mentre il ministro Alfonso Bonafede definisce “equilibrata” la regola che è stata finalmente approvata, il ministro dell’Interno Matteo Salvini rivendica le misure di “buon senso” contenute nel “suo” decreto e tira dritto.

Ma la polemica non si ferma. “Alla fine, il decreto Salvini passerà alla storia come un decreto di insicurezza”. Marco Minniti non ha dubbi: il decreto del ministro dell’Interno sulla sicurezza e sui migranti avrà “l’effetto opposto di ciò che pretende di voler produrre”. L’ex ministro dell’Interno, ospite del “Circo Massimo” su Radio Capital, prima di tutto sfida “la strategia della tensione comunicativa” che il governo ha dichiarato: “C’è un paese sull’orlo di un esaurimento nervoso. rabbia e paura, anche se non c’è un’emergenza che giustifichi misure straordinarie “. Minniti entra nel merito del decreto che, dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri, deve ora superare l’esame del Quirinale: “Sto aspettando di leggere il testo, non vorrei finire come il decreto di Genova: un’anatra della fenice. Ma ci sono due questioni di merito così gravi che le chiamerei già due mele avvelenate: la prima è la cancellazione dei permessi umanitari e la seconda – spiega l’ex ministro del Partito Democratico – l’indebolimento dello Sprar, o un’accoglienza diffusa, che è catastrofico “.

La prima misura, secondo Minniti, produrrà marginalità e clandestinità perché “non possiamo guidare nessuno”: “Le espulsioni non dipendono dalla legislazione italiana ma dalla capacità di costruire relazioni internazionali: non possiamo prendere le persone su un aereo e gettarle in mare come in Argentina di Videla, possiamo solo rimpatriare se siamo in grado di rimandarli nei loro paesi di origine, con un’attività diplomatica che non vedo da questo governo “.

La seconda “mela avvelenata”, l’abolizione dello Sprar che va di pari passo con “la cancellazione del decreto di sicurezza suburbana”, metterà da parte “la via dell’integrazione”. È probabile che il risultato sia molto pericoloso: “Il futuro della sicurezza nelle democrazie nei prossimi vent’anni si gioca sul terreno dell’integrazione, altri paesi – avverte l’ex ministro – hanno fatto negli anni passati quello che l’Italia sta facendo oggi. un punto si sono svegliati e hanno visto i loro bambini fare attentati nelle loro capitali, con queste due scelte stiamo mettendo una bomba a orologeria sotto la nostra convivenza “.