Debito pubblico record e rischi connessi. Mentre la posizione di Tria traballa e Cottarelli teme la recessione, arrivano dati allarmanti: più 6 miliardi ogni mese di debito pubblico e dunque numeri troppo alti per non far preoccupare. Cottarelli è allarmista a dir poco: “Va ridotto subito o sarà recessione”. E su Tria aleggiano ombre piuttosto fosche. Sono dati recenti, ma che confermano trend e riscontri di analisi incrociati che diversi istituti ed analisti da settimane e mesi mettono in copertina. Il debito pubblico è un pericolo per la nazione. Il debito pubblico ha superato ogni record: da gennaio 2018 a gennaio 2019 è salito di 71 miliardi, pari alla più che ragguardevole (in termini negativi, si intende) cifra di 6 miliardi ogni mese, con un implemento del 3,1 per cento. Se non sono numeri da far preoccupare questi, allora deve esserci qualche problema di fondo maggiore.
Debito pubblico record e rischi connessi: sale a 71 miliardi, pari a 6 miliardi ogni mese
Dunque, confermato che il debito pubblico sia salito a sale a 71 miliardi, ovvero sia 6 miliardi ogni mese in media, restano da analizzare i dati e gli elementi a corollario. Mancano infatti due settimane per la redazione del Documento di economia e finanza dentro il quale dallEuropa si chiede fortemente al governo dItalia di mostrare in che modo si proverà a puntare ad una sostanziale riduzione del rapporto tra debito e Pil. Ecco perchè la figura di Tria e, per estensione, dellattuale governo, è e resta al centro di occhiatacce fosche e preoccupata da varie angolazioni. Una bozza iniziale del Documento va presentata a Bruxelles entro il 10 aprile. Ma lIstat è chiara sul debito pubblico cresciuto gennaio: “La chiave resta il rapporto con il Pil, e ci sono le premesse per un peggioramento: nel 2018 è stato del 132,1 per cento. Il 2019 si è aperto con una crescita molto bassa, anche se il governo insiste nel prevedere un aumento del Pil dell1 per cento”, ha detto Carlo Cottarelli, direttore dellOsservatorio sui conti pubblici, recentemente.