Sono momenti decisivi per quanto concerne il Debito: sta arrivando la lettera della Commissione Ue. L’Italia, come ampiamente noto, avrà due giorni per rispondere e far valere le proprie ragioni. Dunque, nel frenetico momento post voto elettorale che ha rivisto ridisegnare, almeno in parte, la geopolitica degli snodi decisionali con le Europee, salgono subito sul vagone delle priorità le scadenze e le incombenze finanziarie di Debito le cui maglie stringenti incombono sull’Italia.
I commissari europei hanno scelto effettivamente di inviare la missiva attesa, da politici e analisti, come un chiaro messaggio (nel senso puro del termine) ai naviganti, in questo caso l’Italia: chiedendo di chiarire in modo inequivocabile le ragioni della mancata riduzione del debito. Appare piuttosto evidente come questo rappresenti a tutti gli effetti come il preambolo di quella che verrà a galla, con conseguenze ancora tutte da decifrare, come una trattativa nel senso stretto del concetto in merito alla cosiddetta procedura d’infrazione.
La lettera rivolta all’Italia fornirà un lasso di tempo relativamente breve per addurre risposte significative, convincenti e persuasive. Due giorni: tanto aspetterà la Commissione Ue.
Aggiornamento ore 08,35
Confermato l’arrivo all’Italia della ormai nota lettera che la Commissione Ue spedirà oggi all’indirizzo del governo di Roma e, di conseguenza, anche la tempistica della risposta. L’Italia disporrà di due giorni per rispondere: il governo dovrà fornire adeguati chiarimenti sulla relazione tra debito pubblico e Pil. Entro la giornata di venerdì pertanto, una volta conosciuti i dettagli di ciò che Commissione ritiene di indicare in merito alle distanze tra gli obblighi assunti per il 2018 e 2019, all’Europa giungerà la replica italiana.
I rischi restano alti: al di là dei tempi stretti, la conseguenza spiacevole potrebbe essere quella relativa ad una apertura di un iter procedurale nei riguardi dell’Italia, la cui condizione di debito porterebbe ad una riduzione delle facoltà di attuazione di indirizzi e indicazioni in ambito di politica economica.
Si parla, nello specifico, dell’incremento in crescita del deficit e del debito italiano con un buco di 11 miliardi tra il 2018 e il 2019: l’Europa, sul punto, non sembra voler fare passi indietro. La scelta di scrivere all’Italia, da parte della UE, arriva dopo i dubbi dei commissari sul semestre di vaglio dei bilanci pubblici e delle politiche economiche dei paesi membri.
Sottoscritta da Dombrovskis e Moscovici a nome della Commissione europea, la lettera indirizzata a Tria chiede all’Esecutivo se disponga di ragioni valide per permettere all’Italia di ridurre il debito/pil. Si deve però trattare di elementi ‘rilevanti’.
Aggiornamento ore 11.47
La replica del Ministero del Tesoro è attesa da Bruxelles ma viene considerata, già in partenza scarna e poco convincente. Da questo punto di vista, dunque, si ritiene che non possa non iniziare un vero e proprio duello di dialettica e tentativi di accordo tra i governi di Roma e quello Europeo per evitare, come avvenne già durante la Manovra sotto Natale, di mettere in moto i primi passi della tanto temuta procedura. I tempi sono stretti, perchè dopo gli ultimi incontri tra i ministri delle Finanze Ue (Ecofin) si prevede che per attivare la procedura la scadenza resta quella dell’8 luglio.
Intanto, indicazioni stringenti a conferma arrivano dalla Corte dei Conti: rispettare gli obiettivi Ue, dice in sintesi la conte, nel Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica. “ll permanere di condizioni di incertezza sulla possibilità che nel medio termine si possa imboccare un sentiero decrescente rischia di incidere negativamente sulle stesse prospettive di crescita del Paese”, ammettono i magistrati.
Stando ai numeri e ai dati l’Italia pesa sulla crescita dell’Eurozona e lo spread in rialzo messaggio circa il fatto che “le regole vanno rispettate” sostiene la Corte dei Conti, per cui la “tenuta dei target concordati con la Ue è essenziale”.
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