“L’agribusiness italiano, che è una realtà di eccellenza che punta sulla qualità, ha una forte concorrenza internazionale. Abbiamo alcuni gusti per l’esotico da parte delle famiglie. Queste sono minacce da cui ci si può e deve difendere puntando, da un lato, sui mercati esteri e, dall’altro, difendendo la nostra produzione”. Lo ha detto in un videomessaggio Gregorio De Felice, direttore del Centro studi economici Intesa-San Paolo, in occasione del convegno ‘I 40 anni del Consorzio di tutela-storia e futuro della mozzarella di bufala campana dop’.
“Per l’Italia l’agribusiness genera un valore aggiunto di 64 miliardi di euro, il 4,3% del totale e da occupazione al 5,7% del totale, pari a 1,4 milioni di occupati. Tenendo conto di tutto l’indotto, la grande distribuzione i trasporti e la logistica, l’incidenza sul pil raggiunge l’11%. A livello europeo ci collochiamo al terzo posto”.
“Il segreto – ha sottolineato De Felice – è il clima e la natura favorevoli alle nostre produzioni. Il fatto che si hanno molti prodotti a denominazione con indicazione geografica protetta e specialità tradizionale garantita è sicuramente di aiuto e a tutela e difesa”.
“Solo nel food – ha ricordato – abbiamo 313 prodotti protetti, il 21% in più rispetto alla Francia, il 54% in più rispetto alla Spagna e 3 volte e mezzo la Germania: siamo quindi il primo Paese in Europa”.