Ddl Zan, “gli emendamenti presentati da Italia Viva” alla legge contro l’omotransfobia “suonano come un tentativo di affossare la legge. Pensare infatti di eliminare i termini ‘orientamento sessuale’ e ‘identità di genere’ e tornare alla definizione di omofobia e transfobia rischierebbe di farci compiere un altro passo indietro, come già accaduto in passato”. Così, in una nota, le parlamentari e i parlamentari del MoVimento 5 Stelle del gruppo Pari Opportunità.
“Negli anni scorsi infatti i disegni di legge per il contrasto all’omotransfobia si fermarono proprio perché le espressioni usate per identificare il movente d’odio, quindi omofobia e transfobia, non vennero ritenute abbastanza precise per garantire la determinatezza del precetto penale, come peraltro ha ricordato recentemente anche il professore di Diritto pubblico comparato dell’Università La Sapienza Angelo Schillaci”, ricordano i pentastellati.
“Alla luce di questa riflessione, quanto sta facendo Italia Viva appare semplicemente come un bieco tentativo di dare una sponda alla destra e fare in modo che questa legge – fondamentale – non veda proprio la luce. Come MoVimento 5 Stelle non lo permetteremo, la legge contro l’omotransfobia non può più aspettare. Italia Viva dica se sta con la comunità Lgbti o se la sta usando per tornaconto politico. Perché tutto indica questa seconda ipotesi”, concludono dal movimento.
“La legge va fatta, è urgente, ma non le va affidata una finalità pedagogica. Proprio perché deve colpire gli abusi, i crimini, le prevaricazioni, deve essere scritta bene e non dare adito ad alcun dubbio interpretativo. Questo il compito che dobbiamo affidare alla legge. Punto”, scrive in un post il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone sul ddl Zan.
“Ho il dubbio – aggiunge – che questo concetto non sia condiviso da alcuni promotori, che in buona fede pensano che al testo si debba affidare invece una finalità propagandistica, ciò che normalmente si affida ad un manifesto, non ad un articolato normativo da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica”. “Questo intento propagandistico – si legge nel post – oltre che in un testo confuso ed inefficace può sfociare anche in un metodo infantile e regressivo ma poco fattuale che spinga a trovare molta più soddisfazione nel “battersi fino alla morte”, anche se poi la legge non passa sotto i colpi dei voti segreti in Senato, che nell’approvare la legge stessa. Pensiamo a chi ogni giorno subisce discriminazioni, non a chi deve fare le rivoluzioni “muscoli e like”.
“Il ddl Zan così com’è difficilmente diventerà legge dello stato, se modificato come indicato da Scalfarotto e dallo stesso Zan nel testo presentato alla camera il 4 luglio 2018, si. Vogliamo allargare i diritti o accontentarci di una bandierina? Io non ho dubbi su cosa fare”, conclude Faraone.
“Se Faraone avesse la compiacenza di garantire i voti del suo gruppo mantenendo la parola data, e come abbiamo fatto noi del M5S e il PD, problemi di numeri in aula non ce ne saranno”. Lo dice all’AdnKronos la senatrice del M5S, Alessandra Maiorino, replicando al capogruppo di Iv in Senato Faraone.
“Perché anziché tenere il sacco dove vogliono infilare i diritti civili delle persone Lgbti Lega e FI, non si impegna a portare i numeri necessari? – so domanda la pentastellata, tra i componenti della Commissione Giustizia del Senato: “Questo si chiedono le cittadine e i cittadini che a gran voce chiedono l’approvazione del ddl Zan. E a questa domanda dovrà rispondere, insieme alla sua coscienza”.