“Italia Viva mette sull’altare sacrificale le vite delle persone Lgbt+, l’incitamento alla violenza, per future alleanze ben sapendo che chiedere modifiche al ddl Zan in questo momento significa affossare la legge”. Nessun giro di parole, Vladimir Luxuria, parlando delle proposte di modifiche dei renziani al disegno di legge contro l’omotransfobia, va dritta al punto. “Il ddl Zan non c’entra nulla, c’entrano invece – spiega all’Adnkronos – gli intrighi di palazzo, le future alleanze. C’entra l’idea di mimetizzarsi con le posizioni del centrodestra e più in particolare con Forza Italia con cui Italia Viva ha intenzione di fondare, non so, una forza di nuova democrazia cristiana. Altrimenti, non c’è una spiegazione logica”.
“Chiedono di modificare un articolo voluto da una loro parlamentare con il beneplacito della Bonetti”, sottolinea Luxuria riferendosi all’art. 1, che definisce anche l’identità di genere, scritto dalla renziana Lucia Annibali. Si chiede “di togliere l’identità di genere per tornare alla formula ‘omofobia e transfobia’… ma chi va ad applicare una legge non deve forse conoscere la definizione di trans, che è quella più volte documentata in testi ufficiali come ‘identità di genere’, come persone che non si identificano nel proprio genere anagrafico?” Chiedono, aggiunge Luxuria, “di specificare l’autonomia scolastica per ingraziarsi il Vaticano su una norma che già contiene il riferimento alla legge della Buona scuola voluta dallo stesso Renzi che sancisce in modo ancora più perentorio il principio di autonomia scolastica”.
“Spiace molto che anche esponenti Lgbt di Italia Viva, mi riferisco a Scalfarotto, invece di fare gli interessi della nostra comunità facciano gli interessi di Renzi. C’è molta amarezza – sostiene l’ex parlamentare -, perché questo significa veramente disilludere tantissime persone che hanno fatto affidamento su un Parlamento che ci alineava alle grandi nazioni europee. E non mi riferisco certo all’Ungheria. Mi auguro – conclude – che per quanti traditori di Italia Viva, possano esserci altrettante persone, anche da destra, che si mettono la mano sulla coscienza prima ancora di spingere il dito sul pulsante verde o rosso del Parlamento”.