Sul ddl Zan arriva la proposta di modifiche di Italia Viva e le prime reazioni del Pd contro il partito di Matteo Renzi. Sono quattro le proposte messe a punto da Iv e che puntano a tornare al disegno di legge Scalfarotto. La prima è la soppressione dell’articolo 1. Quindi “riportare il ddl Zan (A.C. 107) alla definizione contenuta nello Scalfarotto (A.C. 868), ovvero aggiungendo le parole ‘o fondati sull’omofobia o sulla transfobia’, oltre al tema della disabilità, e rivedendo conseguentemente l’articolato”. Inoltre sopprimere l’articolo 4 e modificare l’articolo 7, dopo le parole ‘nel rispetto’ inserendo ‘della piena autonomia scolastica’. Le proposte sono state presentate dal presidente dei senatori Iv, Davide Faraone, e il capogruppo in commissione Giustizia, Giuseppe Cucca. Sulla soppressione dell’articolo 4, i renziani spiegano: “La libertà di pensiero e di espressione sono già tutelati dalla nostra costituzione, non può essere degradata in una legge ordinaria”.
Non si fa attendere la reazione del Partito Democratico. “Le proposte di modifica al ddl Zan formulate da Italia viva mi lasciano interdetta”, dice la sentarice Monica Cirinnà, segretaria della commissione Giustizia del Senato. “Dopo avere approvato il testo alla Camera, ora chiedono modifiche su quegli stessi punti sui quali c’era stata trattativa e avevano dato il loro consenso. Renzi e Faraone, così, gettano la maschera e in un colpo solo delegittimano la loro ministra Elena Bonetti, le deputate e i deputati di Iv e la stessa Lucia Annibali, prima firmataria dell’emendamento che introdusse l’articolo 1, che oggi Iv vorrebbe sopprimere”, aggiunge l’esponente del Pd. “Al tempo stesso, abbandonano il movimento Lgbt+, e in particolare -prosegue- le persone trans, escludendo la tutela dell’identità di genere. Propongono per giunta di tornare alla formula ‘omofobia e transfobia’, da tutti giudicata in contrasto con il principio di tassatività della legge penale. Infine, ribadiscono del tutto inutilmente -forse solo per strizzare l’occhio a una parte del mondo delle scuole cattoliche- la salvaguardia dell’autonomia scolastica, già pienamente protetta dal ddl Zan”.
Poi conclude: “Con queste proposte, IV si allinea nella sostanza alle posizioni della Lega e del centrodestra, alleandosi con loro nella battaglia per affossare il ddl Zan. Il Partito democratico ha una sola parola e non si ferma: si porti il testo in Aula, ci si confronti a viso aperto, mettendoci la faccia. E a chi dice che questo mette a rischio la legge, dico che noi abbiamo più a cuore la piena tutela delle persone dall’odio e dalla violenza e per questo vogliamo che il ddl Zan venga approvato senza mediazioni al ribasso, sulla pelle delle persone. Chi vuole davvero proteggere le persone, voti il ddl Zan così com’è”.
“Mettere in discussione l’identità di genere o escludere dalle tutele le persone in transizione per noi non è accettabile”, è il pensiero espresso all’Adnkronos dal capogruppo Pd in commissione Giustizia al Senato, Franco Mirabelli, per il quale le distanze “restano siderali” e la via maestra resta l’aula il 13 luglio con il testo Zan.
“Intanto -aggiunge- io mi aspetto che tutte le forze che hanno sostenuto e votato lo Zan alla Camera difendano il testo che insieme abbiamo voluto. Inoltre, è evidente che mettere in discussione il tema dell’identità di genere o escludere le persone in transizione dalle tutele, per noi non è accettabile”.
“Terzo, io continuo a non vedere proposte di mediazione su cui si possa riconoscete tutte la maggioranza che è l’unica condizione che potrebbe aprire spiragli. Continuo a considerare le distanze siderali”. Detto questo, per Mirabelli alcune “proposte di Iv sono, diciamo così, comprensibili dopodiché su quelle proposte certamente Lega e Fi non ci arrivano. Continuo a pensare che la via maestra sia quella di andare in Parlamento il 13 luglio e se ci saranno possibilità di non stravolgere il testo e allargare la maggioranza le verifichiamo lì”.
Sul ddl Zan, il muro contro muro tra Pd e Lega e i sospetti sul ‘tradimento’ di Iv si è espresso lo stesso Renzi nella enews di oggi: “Sui diritti una certa sinistra gode nel fare i convegni e poi farsi bocciare le leggi in aula – ha evidenziato -. È andata così sui Dico, sui Pacs e su tutto il resto. Poi siamo arrivati noi e abbiamo fatto le Unioni Civili. Perché per fare passi in avanti sui diritti occorre il dialogo, non la clava. Ormai siamo alle strette in Senato. Noi ci siamo, pronti a fare la nostra parte. Se si va a scrutinio segreto la legge secondo me rischia. Forse conviene a tutti quantomeno andare a vedere le carte. Il Pd deve decidere se andare alla conta rischiando di affossare la legge o tentare un accordo, Salvini deve decidere se emulare Orban o tentare un accordo. Io sono da sempre per l’accordo. In questa fase della mia vita ormai sono più zen che Zan: mi auguro che prevalga il buonsenso, il dialogo, i diritti. E nel mio piccolo do una mano in questa direzione. Poi se vogliono andare alla conta, ci conteremo”.