Un gesto, quello messo in atto in Parlamento da Lega e Sel, che il Pd non avevo nemmeno lontanamente immaginato potesse accadere. Il ritiro degli emendamenti da parte delle opposizioni, è stato annunciato dal sen. Calderoli (alla presenza del ministro Boschi, nella Commissione Affari costituzionali), che ha sottolineato di aver confermato 10 dei 500mila emendamenti da lui presentati. Il colpo di scena si è poi esteso con il ritiro (in questo caso una buona metà di quelli presentati) degli emendamenti di Vito Crimi (M5s) e Loredana De Petris (SinistraeLib) . “Il senatore Calderoli ha ritirato gli emendamenti presentati in commissione e la senatrice Bernini si è detta disponibile ad una riduzione degli emendamenti presentati da Fi”: la presidente della commissione Affari costituzionali, Angela Finocchiaro, dopo aver spiegato la situazione ha rinnovato l’appuntamento a tutto domani con i lavori della Commissione, a patto che “se la capigruppo decide di far andare le riforme direttamente in aula la commissione non ha più nulla di cui discutere”.Dunque domani si va in aula fino al termine della presentazione degli emendamenti, fissata per il 23 settembre alle 9, ha ricordato il presidente del Senato, Grasso. Nel frattempo per lunedì Matteo Renzi ha convocato la Direzione del partito, dove si parlerà a tutto tondo dell’attuale situazione. A sentire Chiti: “Servirà solo a ribadire la linea della maggioranza Pd”, e dopo aver ribadito che la direzione non costituirà ingerenze a livello parlamentare (“sulla Costituzione c’è libertà di voto”), Chiti ha aggiunto: “Si possono fare anche venti direzioni ma se non c’è la volontà di arrivare a un accordo… Quando avevo visto la proposta di Tonini mi ero illuso che finalmente potessimo trovare un punto di intesa e invece quella proposta è sparita dal tavolo ma se Renzi ha a cuore l’unità del partito quella resta la strada. Poi se questo interesse non c’è…”. Speranza ha commentato l’iniziativa spedendo un messaggio chiaro a Renzi: “Più che prove muscolari in Direzione, serve l’intelligenza della politica. Un’intesa è possibile, ma dipende solo da Renzi. Non capisco quale sia il problema a far scegliere i 100 senatori dai cittadini…”
Ad ogni modo, Ddomani mattina inizio della discussione generale sul Ddl Riforme e termine della presentazione degli emendamenti il 23 settembre alle 9. Lo ha detto il presidente del Senato, Piero Grasso, in aula dopo la riunione dei capigruppo a palazzo Madama. I lavori proseguiranno nella giornata di venerdì e quindi, la prossima settimana, martedì e mercoledì quando si concluderà la discussione generale.