Sembra essere stato sciolto il nodo sulla prescrizione al termine del vertice a Palazzo Chigi che ha visto riunirsi il premier Giuseppe Conte e i due viceministri Di Maio e Salvini, insieme al guardasigilli Bonafede. La questione era incentrata sullemendamento fortemente voluto dai Cinquestelle, che prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado (sia nel caso di condanna, che in quello di assoluzione): dopo la riunione tra i leader sembra dunque che la la prescrizione entrerà da subito nel ddl anticorruzione, ma sarà in vigore tra un anno. Nello stesso tempo, come hanno comunicato alcune fonti di governo, sarà approvato un disegno di legge da Bonafede per riformare il processo penale.
La fumata bianca è arrivata a fine vertice dal capogruppo leghista al Senato Riccardo Molinari: “Abbiamo trovato la quadra”, ha detto sorridente. La riforma della prescrizione, ha poi annunciato Bonafede, andrà in Aula la settimana prossima. Per il vicepremier Matteo Salvini “la mediazione è stata positiva” ma ha avvisato: “Accordo trovato, ma solo con tempi certi”. Al termine del vertice, Salvini ha ribadito inoltre la necessità di avere tempi brevi per i processi. “In galera i colpevoli, libertà per gli innocenti” ha sottolineato.
Il titolare del Viminale ha spiegato che la norma sulla prescrizione “sarà nel ddl ma entrerà in vigore da gennaio del 2020 quando sarà approvata la riforma del processo penale”. La legge delega, invece, che scadrà a dicembre del 2019, “sarà allesame del Senato la prossima settimana”. Tempistiche ribadite anche dal ministro per la Semplificazione Giulia Bongiorno, che ha sottolineato come la riforma del processo penale “camminerà insieme” alla riforma della prescrizione.
Esulta Luigi Di Maio: “Ottime notizie! #BastaImpuniti – commenta il vicepremier in un post su Facebook -. La norma sulla prescrizione sarà nel disegno di legge anticorruzione! E entro lanno prossimo faremo anche una riforma del processo penale. Processi brevi e con tempi certi. Finalmente le cose cambiano davvero!”. Stamattina, prima del summit, in unintervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano Di Maio aveva ventilato lipotesi di far saltare il contratto di governo senza un accordo sul voto. Intanto, a Montecitorio, le commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno dato il via libera allampliamento della prescrizione al ddl corruzione. Non senza proteste dellopposizione, però, che ha contestato lassenza del guardasigilli Bonafede, impegnato nel vertice di Palazzo Chigi. Alla sala del Mappamondo la tensione è arrivata alle stelle tanto che si è addirittura sfiorato lo scontro fisico tra i rappresentanti dellopposizione, che hanno rumorosamente contestato la regolarità della votazione, e gli esponenti della maggioranza. Sono volate parole grosse e le urla si sono sentite chiaramente nella sala antistante laula del Mappamondo, mentre i commessi sono dovuti intervenire per evitare che la situazione trascendesse. Ma la protesta non si è interrotta e si è trasferita in aula, dove Fi ha occupato i banchi del governo. Successivamente Pd, Fi, Leu e Fdi hanno preso la parola e hanno continuato a protestare per le modalità con le quali si è svolta la votazione in Sala del Mappamondo. E stata chiesta limmediata convocazione della conferenza dei capigruppo. Il presidente di turno Ettore Rosato ha comunque fatto proseguire la seduta – che aveva allodg la relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione allutilizzazione dei verbali e delle registrazioni delle intercettazioni nei confronti di Lello Di Gioia – affermando che sulla convocazione della capigruppo deciderà il presidente Roberto Fico, assente questa mattina per un impegno istituzionale.