PRIMO PIANO

Davos, il ritorno di Putin: “L’era di un mondo unipolare è finita”

“L’era di un mondo unipolare è finita”. L’aveva già detto il leader cinese Xi Jinping nel giorno di apertura del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, e l’ha ripetuto il presidente russo Vladimir Putin. Tornato a sorpresa dopo dodici anni nell’arena virtuale di Davos (al suo posto avrebbe dovuto parlare Giuseppe Conte, impegnato sul fronte interno), Putin, con toni cupi e minacciosi, ha esposto tutte le sue preoccupazioni per “le sfide del terzo decennio del secolo”.

“C’è il rischio di un tutti contro tutti” e quel che riserva il futuro “è imprevedibile e incontrollabile”, ha sentenziato lo zar, da tre decenni alla guida della Federazione russa. L’invito, lo stesso di Xi Jinping, è di rivedere le priorità di un Occidente “ormai in declino”. Lo stesso declino che negli anni Trenta sparse i semi del più grande conflitto mondiale della storia. Anche se oggi “in linea di principio sarebbe impossibile”, ha rassicurato.

L’obiettivo è chiaro ed è raggiunto con grande lucidità politica: tendere una mano all’Europa, avvinarsi alla Cina e colpire l’America. “Le istituzioni internazionali si stanno indebolendo e la sicurezza internazionale va deteriorandosi”, ha ribadito. Il tutto perché europei e americani faticano a riconoscere la propria decadenza.

Sorvolando sul caso Navalnyi, la cui abitazione ieri è stata perquisita, e sulle proteste di piazza, Putin ha detto che “Mosca è pronta al dialogo”, ma vanno messe “da parte le fobie”. “L’amore deve essere reciproco”, ha chiosato.

Guai, però, se i grandi della terra (in questo caso il G7) si permettono “grossolane interferenze” nei suoi “affari interni”. “L’era di un ordine mondiale unipolare è finita“, ha scandito Putin parafrasando Xi Jinping, serve una “cooperazione multilaterale”. Il sistema occidentale ha fallito: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più. “Ma poco importa – scrive Federico Fubini sulle pagine del Corriere della Sera – che in Russia l’1% della popolazione controlli il 42.6% della ricchezza). “Legittimare Putin” in un Forum dal motto “migliorare lo status del mondo” – spiega invece su Repubblica il finanziere Bill Browder, nemico n.1 del Cremlino – è proprio l’opposto”.

Mario Bonito