Sono sempre più frequenti le aggressioni negli ospedali, tanto che secondo una recente ricerca siamo ad una media di tre episodi al giorno. Il ministro della Salute Giulia Grillo ha lanciato lallarme proponendo di espandere il daspo urbano anche per le strutture ospedaliere. Per contrastare dunque il fenomeno delle aggressioni agli operatori sanitari lunica soluzione sarebbe quella dellinterdizione ai luoghi di cura.?Lennesimo episodio risale a circa cinque giorni fa, al Policlinico di Palermo: un paziente ha sferrato un pugno al primario, rompendogli il timpano. Ed è solo lultimo in ordine di tempo.
Rispondendo al question time alla Camera, la ministra ha annunciato che il governo sta pensando di inserire “nel decreto legge in materia di sicurezza pubblica di prossima emanazione lapplicabilità del cosiddetto daspo urbano anche alle strutture sanitarie”. Lo strumento prevede la possibilità di imporre il divieto di frequentare determinati luoghi a chi ha commesso violazioni reiterate nelle stesse strutture, in questo caso rendendosi responsabile di aggressioni a chi indossa un camice.
Scartata invece la possibilità di considerare i medici alla stregua di pubblici ufficiali. Per Grillo, lequiparazione sarebbe “esorbitante”, in considerazione degli “oneri e incombenze che avrebbero pesato sugli operatori sanitari”. Si valuta, invece, lintroduzione di una specifica circostanza aggravante a carico di chi commette un reato con violenza o minaccia in danno agli esercenti le professioni sanitarie. “Già nella seduta del consiglio dei ministri dello scorso 8 agosto – ha ricordato la ministra – è stato approvato un disegno di legge atteso da tempo, basato su specifiche esigenze di sicurezza e tutela di chi esercita la professione sanitaria”. Il disegno di legge ha ottenuto il parere positivo della Conferenza Stato-Regioni ed è sul punto di arrivare allesame del parlamento.?Proprio oggi ha scritto alla ministra Grillo la dottoressa violentata un anno fa, mentre era in servizio in guardia medica in provincia di Catania. “Sono passati 365 giorni dallalba del 19 settembre 2017, ma le mie colleghe e i miei colleghi rivedono la luce del nuovo giorno dopo aver trascorso una lunga notte di lavoro dalle vetrate degli ambulatori di Guardia Medica: i tuguri, vergogna del Sistema sanitario nazionale”, spiega in una lettera Serafina Strano. “Di sostanziale nellorganizzazione del servizio di guardia medica sino ad oggi non è cambiato nulla”. Luomo che lha violentata si trova ora in carcere, ma “i corresponsabili delle violenze che ho subito sono più o meno al loro posto”.?La dottoressa, che era già intervenuta alla Camera lo scorso 25 novembre in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, si è rivolta direttamente alla ministra. “Lancio il mio grido da collega e da cittadina italiana con forza. Non mi deluda, perché la politica sino ad oggi mi ha deluso”, scrive.”Rinnovo il mio grido di dolore e di protesta a lei in quanto donna (e futura madre) e in quanto Medico perché, come disse Tina Anselmi Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie di tutta la società. Ma basta una sola persona che ci governa ricattata o ricattabile, perché la democrazia sia a rischio”.