Nell’ormai consueto intervento all’interno del programma “A Casa di Amici”, in onda sul canale 14 del digitale terrestre di Radio Roma Television, la parent coach Danyla De Vincentiis, ha sviluppato insieme ai conduttori un tema di estrema attualità, ovvero quello della rabbia e della gestione della stessa. Un argomento di cui si sente parlare molto spesso, ma del quale altrettanto di frequente non se ne conoscono le basi. E allora, inevitabilmente, il primo passo da fare è comprendere al meglio la definizione di rabbia.
Dottoressa, come potremmo definire la rabbia?
La rabbia è un’emozione di base. Noi nasciamo avendo una sorta di istinto che ci riporta a questa emozione adattiva: serve a difenderci e scagliarci contro qualcosa che ci sta minacciando. Tutti noi abbiamo avvertito nella nostra vita una sensazione di rabbia partendo da situazioni come la sudorazione delle mani, il battito accelerato, l’aumento della pressione sanguigna, etc. Quando questo avviene, il nostro corpo tende ad agire in maniera forte verso la causa scatenante di questa rabbia. È un’emozione necessaria e fondamentale per la nostra sopravvivenza.
La rabbia va repressa o va fatta esplodere?
La rabbia viene intesa in modo negativo. Invece va gestita e incanalata, andando a capire il motivo per cui si prova questa emozione. Ecco perché non è giusto reprimerla, ma nemmeno fatta esplodere.
È possibile fare qualche esempio?
Nella relazione madre-figlio, la mamma può provare rabbia quando lui non obbedisce, ma se ragioniamo sul perché essa prova questa emozione, potrebbe scoprirsi che prova un senso di inadeguatezza e questo la porta a pensare di essere minacciata nel suo ‘io’.
Nel caso di ‘capo e dipendente sul lavoro’, invece, bisogna analizzare se siamo di fronte ad un leader che vuole dipendenti che abbiano timore o rispetto di lui. Una persona che urla, sbraita o batte i pugni, non è rispettata, ma se ne ha paura, al contrario chi cerca di gestire il rapporto in maniera collaborativa e costruttiva, avrà il rispetto da parte dei dipendenti.
Cosa può portare la ‘rabbia sana’ all’interno di una relazione?
La ‘rabbia sana’ può aiutare a preservare i rapporti, perché in una relazione comprendere cosa ci fa arrabbiare dell’atro ci permette di capire se riusciamo a sopportare certe situazioni. Su queste basi possiamo riuscire a costruire un ‘recinto’ nel quale metter su una relazione di coppia, scoprendo se l’altro, una volta compreso il limite di sopportazione rispetto ai difetti, riesce a mitigare le cause che possono scatenare la rabbia.