Una giovane vita che si spegne improvvisamente, è già di per se un evento maledettamente tragico. Se poi si aggiunge l’aggravante della causa, un banale incidente – come ne capitano ogni giorno – all’interno di una grande città come Roma, oltre al disappunto ecco che monta anche la rabbia.
Oltretutto, Daniel Guerini era anche una promessa del calcio.
A dispetto dei suoi appena 19 anni (che aveva festeggiato pochi giorni fa, il 21 marzo), aveva già alle spalle un prestigioso curriculum.
Attualmente tornato nella Primavera della Lazio, Daniel è passato dalla pubertà all’adolescenza calciando il pallone: aveva giocato con il Torino, la Spal e la Fiorentina, oltre ad aver vestito la maglia azzurra nelle giovanili under 15 prima, ed under 16 dopo.
Una vita giovanissima, ma spesa nel sacrificio di un’aspirazione ed un talento, che comportano un gravoso impegno (sopratutto per le famiglie), e dolorose rinunce.
Perché spesso, oltre che sullo studio, i giovani atleti trascorrono la maggior parte del loro tempo ad allenarsi, seguendo rigidi standard di vita. Cura dell’alimentazione, poche uscite serali, tutti i week-end impegnati, dolore e, su tutto, tanto sudore.
Poi, ragazzi come Daniel, già rodati nel consumare la propria vita lontano dagli affetti e dagli amici più cari, devono anche sopportare il peso psicologico di rappresentare un’oggettiva speranza di investimento economico per la società calcistica che praticamente li alleva al successo.
Dunque per Daniel, quella di ieri era forse un serata speciale, probabilmente quasi rubata, nell’ambito di un quotidiano, come abbiamo detto, interamente dedicato al suo mestiere. Una manciata di ore, per stare insieme agli amici di sempre fino all’ultimo minuto, esorcizzando così i rigidi dettami scanditi dal coprifuoco.
Pochi minuti, e ciascuno dei tre ragazzi ritroverà la sua camerata dove, prima di prendere sonno, magari ripercorrere la serata sorridendo.
E chissà se anche in quel momento, mentre transitano lungo una Palmiro Togliatti semivuota, stanno ridendo. Del resto è giusto e naturale che questo facciano 3 ragazzi delle loro età: ridere.
La Smart For Four incrocia Viale dei Romanisti, è un attimo: dal nulla si palesa una Mercedes Class A, guidata da un 67enne.
Al momento non sappiamo ancora le modalità che hanno determinato il tremendo impatto: una precedenza? Un semaforo rosso o, peggio, non funzionante? Fatto è che l’utilitaria accusa il colpo iniziando a roteare su stessa come una trottola.
Urla, poi un silenzio assordante: Daniel giace inerte, i suoi due amici sono malconci e storditi, così come il conducente della Mercedes, visibilmente provato e sotto choc.
Pochi minuti, ed i lampeggianti del 118, dei vigili del fuoco e dei carabinieri, colorano il maledetto incrocio.
L’unico che non salirà a bordo dell’ambulanza, a differenza dei suoi due amici (ricoverati in codice, rosso uno a Tor Vergata e l’altro all’Umberto I), sarà proprio Daniel, per lui non c’è purtroppo più nulla da fare.
Oggi la sua foto con la maglia della Lazio, campeggia su tuti i giornali ed i social, a celebrare la terribile sconfitta contro un destino infame e crudele…
Max