Le sfide della transizione ecologica possono segnare un cambiamento storico profondo della società e dell’economia, un vero e proprio cambiamento di civiltà. Un cambiamento oggi possibile perché ci sono le condizioni economiche e tecnologiche per poter puntare su un benessere sostenibile, certo più sobrio, ma di migliore qualità, più esteso e inclusivo. Edo Ronchi nel suo nuovo libro ‘Le sfide della transizione ecologica’ (edizioni Piemme) mette in luce la necessità di dare una nuova direzione alla società del dopo pandemia.
“Il modello economico lineare, estrattivo e ad alto consumo di risorse e di energia, non è più sostenibile”, afferma Ronchi. Ma un segnale importante arriva dall’ Europa: il Green Deal con il Next generation Eu “segna – scrive Ronchi – l’avvio della più vasta conversione ecologica mai concepita, che potrebbe cambiare a fondo il capitalismo europeo. L’esito di questa sfida non è garantito. È comunque un’occasione storica dalle grandi potenzialità”.
Tra le sfide poste dalla transizione ecologica ci sono la rivoluzione energetica (“la strada per la decarbonizzazione è ancora lunga: nel 2018 le fonti rinnovabili hanno fornito solo l’11% del consumo mondiale di energia e il 26,4% dell’energia elettrica consumata”), l’economia circolare e il risparmio di risorse (“il consumo mondiale di materiali dovrebbe arrivare a 170-180 miliardi di tonnellate nel 2050: quantità probabilmente non disponibili su questo pianeta”), la tutela del capitale naturale (“più del 40% della superficie terrestre è coltivata o urbanizzata e meno del 23% è ancora classificata come area naturale”), il ripensamento delle città e del modo di viverle attraverso un approccio che punti sulle priorità della conversione ecologica.