Anche intervenendo in sede europea, il premier Draghi ha più volte tenuto a rimarcare che non sono contemplati aumenti delle tasse (“Non è il momento di prendere ma di dare”, ha affermato), concetto ribadito anche in occasione del dibattito seguito alle deleghe fiscali dove, pure avendo modificato i ‘criteri catastali’, ha assicurato che nulla cambierà.
I primi segnali di disappunto da parte del Paese, erano seguiti all’annuncio dell’imminente e sostanzioso (40%) rincaro delle utenze energetiche. Le proteste hanno infatti indotto il premier ad intervenire, per annunciare un tavolo di confronto per arginare tale danno, soprattutto nei confronti delle famiglie italiane. Ma non finisce qui.
Passa qualche giorno e, dai media, apprendiamo che – fra le tante – l’Autostrada dei Parchi, che annovera l’A24 e l’A25, si appresta a subire rincari del pedaggio di circa il 34 %, follia pura!
Nel frattempo, prima il metano (addirittura RADDOPPIATO), quindi, a seguire, in questi giorni anche il Gpl, la verde ed il diesel, hanno subito ‘ritocchi’ alla pompa vergognosi. Ma cosa sta accadendo: siamo all’assurdo.
Se, come detto, per le utenze domestiche il governo ha annunciato che lavorerà per ridurre al minimo i rincari, come visto, nel frattempo si sono verificati altri diversi casi di ‘sconfinamento’ dalla realtà economica degli italiani. Come e quando risolvere?
Per quel che riguarda i pedaggi di una delle autostrade di suo fra le più care d’Europa, premesso il pessimo stato di conservazione dei piloni che a tratti sorreggono l’A24 /prossimi al rischio chiusura), alla notizia dell’imminente aumento dei pedaggi, si sono ‘messi in moto’ in tanti. Anche perché, aldilà dell’aspetto ‘vacanziero’ che questi circa 200 chilometri rappresentano, in realtà, tagliando da est ad ovest il Paese, parliamo di un’arteria strategica soprattutto per il trasporto delle merci.
Sindacati ed unioni consumatori a parte, politicamente parlando è stato il neo presidente di tutti i sindaci abruzzesi, Gianguido D’Alberto, a denunciare questa folle decisione, ricordando che intanto, “i pedaggi autostradali hanno subito un aumento medio di circa il 13%”. Ribadendo quindi che “La Strada dei Parchi è tra le autostrade più costose in Italia”, il presidente dell’Anci ha definito il rincaro di oltre il 30% (dal 1 gennaio 2022), “una gabella insostenibile per i cittadini e che colpisce la ripresa economica di zone interne già duramente segnate dai tragici eventi sismici a cui si sovrappongono gli effetti negativi della Pandemia. Ogni giorno sono migliaia gli utenti che per raggiungere il posto di lavoro, la scuola o istituzioni sanitarie sono costretti al pendolarismo autostradale”.
Inoltre, argomenta ancora il presidente, “Dal 3 Gennaio 2018, data dell’intervento ponte strappato con la lotta dei Sindaci non si è giunti ad una soluzione da parte del Governo, il PEF ancora non è stato approvato e la sicurezza delle nostre autostrade ancora non è garantita”. A tal proposito, sempre a nome dei sindaci abruzzesi, il presidente ha fatto pervenire al governo una circostanziata richiesta affinché venga istituito un apposito Tavolo Istituzionale, per risolvere una volta per tutte la complicata problematica relativa a questa autostrada.
Altro tema legato a rincari ‘surreali’ e non considerati dal governo (che di suo può determinare attraverso le ‘famose e maledette’ accise), prima il folle e vergognoso rincaro del metano, del quale ci siamo già occupati, ed ora quello degli altri carburanti. Parliamo di una vera e propria stangata per gli italiani (fra le tante), che si traduce per un rincaro anno di circa 380 euro ad auto.
Aumenti che hanno puntualmente giustamente ‘aizzato’ il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiano Dona il quale ha replicato “Il Governo deve intervenire immediatamente riducendo le accise. La benzina, arrivando a 1,713 euro al litro, segna un incremento settimanale pari a 1 euro e 31 cent per un pieno da 50 litri, un nuovo record dal 13 ottobre 2014, ossia esattamente 7 anni fa, quando svettò a 1718 euro al litro; il gasolio, toccando i 1,567 euro al litro, eguaglia il valore massimo del 22 ottobre 2018, 3 anni fa, mentre per il Gpl, ora a 783 euro al litro, bisogna tornare addirittura al 10 marzo 2014 per trovare un valore più alto, 789 euro al litro. In un anno il Gpl è più caro del 32,3%“.
Del resto, basta leggere. Dati che settimanalmente il ministero della Transizione Ecologica comunica: siamo arrivati a 1,713 euro al litro per la benzina, e a 1,567 euro per il gasolio (in modalità self service), e a 783 euro per il Gpl. Come fa notare Donà, “Dall’inizio dell’anno, dalla rilevazione del 4 gennaio, ossia in poco più di 9 mesi, un pieno da 50 litri è aumentato di 13 euro e 58 cent per la benzina e di 12 euro e 40 cent per il gasolio, con un rialzo, per entrambi, del 18,8%. Su base annua è pari a un rincaro ad autovettura pari a 326 euro all’anno per la benzina e 298 euro per il gasolio“.
Insomma, come abbiamo visto, il Paese anzi, gli italiani, sono costretti a doversi guardare da continui attacchi ‘da tergo’, che mirano a destabilizzare definitivamente le già precarie condizioni economiche delle famiglie, di loro già provate dalla lunga crisi da pandemia. Tuttavia, ribadiamo, Draghi ha fermato che per il governo ora “è il momento di dare, non di prendere”… ah, dimenticavamo, in tutto ciò la ‘simpaticissima e stimata’ Agenzia delle Entrate ha già avvertito che stanno per arrivare circa 15o milioni di cartelle esattoriali, 18 milioni delle quali dirette a persone fisiche….
Max