’Dai secoli dei secoli’, la religione, e il piacere di un buon bicchiere di vino, hanno accompagnato e viziato interi popoli e rispettive culture, lasciando nell’ombra la non meno amata birra. Ma, non solo le grandi marche come Peroni, Corona, Guinness, Beck’s: la buona birra è prodotta anche dai monaci trappisti, che rappresentano una piacevole variante (per metodo e genuinità), rispettando regole ferree di produzione stabilite da loro stessi. Ci sono oltre 170 monasteri sparsi per il mondo, ma solo undici di essi producono birra. Sei si trovano in Belgio, due nei Paesi Bassi, altri in Austria, Stati Uniti, ed uno nella nostra beneamata Patria. L’unica birra trappista italiana viene ’distillata’ a Roma, nell’abbazia delle Tre Fontane, alle spalle dell’Eur. E’ una birra ad alta fermentazione, color oro, leggermente fruttata con l’eucalipto e risponde al nome di: ’Birra Triple Tre Fontane’. Nel resto del mondo le birre trappiste vengono prodotte soprattutto in Belgio, la più diffusa è la ’Chimay’, che nasce nell’abbazia di Notre-Dame de Scourmont e viene esportata per il 50% della sua produzione. In Olanda spicca ’la Trappe’ prodotta in sei versioni differenti e diffusa in tutto il mondo. In Austria, nel monastero Stift Engelszell di Engelhartszell, ’nasce’ la ’Gregorius’ birra influenzata dalla tradizione belga. Infine, negli States, nell’abbazia di St. Joseph a Spencer, in Massachussets, viene prodotta la birra trappista ’Spencer Trappist Ale’. Insomma, la birra trappista, entra di diritto nell’Olimpo delle migliori bevande apprezzate in tutto il mondo.
Damiano