Un intervento ‘cristiano’ ma anche sociale, una denuncia che diviene politica, che nessun giornalista, o politico di sorta, oggi hanno il coraggio di esternare. Ci voleva la lucida analisi del Papa per restituire un equilibrio a questa nostra società malata, sempre appesa agli umori del ‘mercato’ e del potere. Un grido di dolore per provare a restituire una coscienza civile a quanti continuano a trarre profitto dallo sfruttamento.
Il messaggio-denuncia di Francesco, in occasione della VI Giornata Mondiale dei Poveri, che cadrà il prossimo 13 novembre
L’occasione è data dalla VI Giornata Mondiale dei Poveri che, come da tradizione, si celebra la XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, che quest’anno cade il prossimo 13 novembre e, essendo improntata sul tema ‘Gesù Cristo si è fatto povero per voi’, per l’occasione Francesco ha scritto un messaggio che trae ispirazione da diversi temi, a partire dal conflitto in Ucraina.
Francesco: “Ancora una volta i ricatti reciproci di alcuni potenti coprono la voce dell’umanità che invoca la pace”
Dunque, osserva il Papa, “La guerra in Ucraina è venuta ad aggiungersi alle guerre regionali che in questi anni stanno mietendo morte e distruzione. Ma qui il quadro si presenta più complesso per il diretto intervento di una ‘superpotenza’, che intende imporre la sua volontà contro il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Si ripetono scene di tragica memoria e ancora una volta i ricatti reciproci di alcuni potenti coprono la voce dell’umanità che invoca la pace“.
Francesco: “Dovunque si volga lo sguardo, si constata come la violenza colpisca le persone indifese e più deboli”
Quindi il Santo Padre denuncia: “Quanti poveri genera l’insensatezza della guerra! Dovunque si volga lo sguardo, si constata come la violenza colpisca le persone indifese e più deboli. Deportazione di migliaia di persone, soprattutto bambini e bambine, per sradicarle e imporre loro un’altra identità. Ritornano attuali le parole del Salmista di fronte alla distruzione di Gerusalemme e all’esilio dei giovani ebrei. Sono milioni le donne, i bambini, gli anziani costretti a sfidare il pericolo delle bombe pur di mettersi in salvo cercando rifugio come profughi nei Paesi confinanti“.
Francesco: “Da ricco che era, Gesù si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà‘”
Inoltre, spiega ancora Francesco, “Quanti poi rimangono nelle zone di conflitto, ogni giorno convivono con la paura e la mancanza di cibo, acqua, cure mediche e soprattutto degli affetti. In questi frangenti la ragione si oscura e chi ne subisce le conseguenze sono tante persone comuni, che vengono ad aggiungersi al già elevato numero di indigenti. Come dare una risposta adeguata che porti sollievo e pace a tanta gente, lasciata in balia dell’incertezza e della precarietà? In questo contesto così contraddittorio viene a porsi la VI Giornata Mondiale dei Poveri, con l’invito – ripreso dall’apostolo Paolo – a tenere lo sguardo fisso su Gesù, il quale ’da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà‘“.
Francesco: “Davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche e si mette in pratica la fede”
Ma non soltanto la guerra, abbracciando il tema della fame e della precarietà, Bergoglio affronta anche il tema del lavoro perché, afferma, “Davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche e si mette in pratica la fede attraverso il coinvolgimento diretto, che non può essere delegato a nessuno. A volte, invece, può subentrare una forma di rilassatezza, che porta ad assumere comportamenti non coerenti, quale è l’indifferenza nei confronti dei poveri“.
Francesco: “Si creano nuove forme di schiavitù, subite da persone che non hanno alternativa e devono accettare questa velenosa ingiustizia”
Quindi il Papa denuncia che “non esistono più giusto salario, giusto orario lavorativo, e si creano nuove forme di schiavitù, subite da persone che non hanno alternativa e devono accettare questa velenosa ingiustizia pur di racimolare il minimo per il sostentamento“.
Francesco: “Alcuni cristiani, per un eccessivo attaccamento al denaro, restino impantanati nel cattivo uso dei beni e del patrimonio”
Così, invitandoli “a fare un esame di coscienza”, il Papa chiama giustamente in causa i cattolici: “Succede che alcuni cristiani, per un eccessivo attaccamento al denaro, restino impantanati nel cattivo uso dei beni e del patrimonio. Sono situazioni che manifestano una fede debole e una speranza fiacca e miope. Sappiamo che il problema non è il denaro in sé, perché esso fa parte della vita quotidiana delle persone e dei rapporti sociali. Ciò su cui dobbiamo riflettere è, piuttosto, il valore che il denaro possiede per noi: non può diventare un assoluto, come se fosse lo scopo principale. Un simile attaccamento impedisce di guardare con realismo alla vita di tutti i giorni e offusca lo sguardo, impedendo di vedere le esigenze degli altri. Nulla di più nocivo potrebbe accadere a un cristiano e a una comunità dell’essere abbagliati dall’idolo della ricchezza, che finisce per incatenare a una visione della vita effimera e fallimentare”.
Francesco: “E’ urgente trovare nuove strade che possano andare oltre l’impostazione di quelle politiche sociali, mai dei poveri”
Ma la ‘reprimenda’ del Santo Padre, come è giusto che sia, non fa sconti a nessuno, e dunque anche le istituzioni è ora che si prendano le loro responsabilità: “E’ urgente trovare nuove strade che possano andare oltre l’impostazione di quelle politiche sociali concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che unisca i popoli“.
Francesco: “Non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice”
Infine Bergoglio attacca un meccanismo ‘occulto’ eppure incredibilmente vivo ed attuale, rivolgendosi a quel “paradosso che oggi come nel passato è difficile da accettare, perché si scontra con la logica umana: c’è una povertà che rende ricchi. Richiamando la ‘grazia’ di Gesù Cristo, Paolo vuole confermare quello che Lui stesso ha predicato, cioè che la vera ricchezza non consiste nell’accumulare ‘tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano’, ma piuttosto nell’amore vicendevole che ci fa portare i pesi gli uni degli altri così che nessuno sia abbandonato o escluso. L’esperienza di debolezza e del limite che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, e ora la tragedia di una guerra con ripercussioni globali, devono insegnare qualcosa di decisivo: non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice“.
Max