DAGLI INVESTIMENTI PRODUTTIVI AL SALARIO MINIMO, FINO AL REDDITO DI CITTADINANZA: ECCO IL PIANO LAVORO

Il Movimento 5 stelle ’entra nel vivo’ delle proposte legate al suo programma, attraverso Pasquale Tridico, che Di Maio ha indicato come ministro del Lavoro, il quale stamane sul blog ha indicato gli ’interventi’ urgenti de quali a su avviso necessita il fronte lavoro. Leggiamoli nello specifico. Tridico inizia dal Reddito di cittadinanza, in cui è previsto che “Lo Stato sosterrà economicamente chi oggi non raggiunge la soglia di povertà indicata da Eurostat, in cambio dell’impegno a formarsi e ad accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro, purché siano eque e vicine al luogo di residenza”. Replicando poi a quanto domandano da dove andare ad attingere per recuperare tali cifre, Tridico si dice convinto che la misura può “essere finanziata attraverso maggior deficit in termini assoluti ma senza aumentare il rapporto deficit/Pil e senza sforare la soglia del 3%. In sintesi il meccanismo è questo – osserva il tecnico M5s – grazie alla nostra misura almeno 1 milione di persone che attualmente non cercano lavoro ma sarebbero disponibili a lavorare (i cosiddetti ’inattivi’ e scoraggiati) verranno spinti alla ricerca del lavoro attraverso l’iscrizione ai Centri per l’Impiego e andranno così ad aumentare il tasso di partecipazione della forza lavoro. Questo ci permetterà di rivedere al rialzo l’output gap, cioè la distanza tra il Pil potenziale dell’Italia e quello effettivo, perché 1 milione di potenziali lavoratori saranno di nuovo conteggiati nelle statistiche Istat”. Poi, altro argomento, “gli investimenti produttivi dello Stato nei settori a più alto ritorno occupazionale, senza i quali il reddito di cittadinanza sarebbe una misura monca, poiché non potrebbe offrire ai beneficiari il lavoro di qualità che abbiamo in mente. L’idea – prosegue Tridico – è di destinare almeno il 34% di questi investimenti nel Sud Italia, che ha urgente bisogno di uscire dal sottosviluppo e dal sotto-investimento a cui lo hanno condannato le politiche economiche degli ultimi decenni e l’assenza di una strategia industriale e di sviluppo”. Ed ancora, si legge che “il salario minimo orario, che ha il compito di salvaguardare quelle categorie di lavoratori non coperte da contrattazione nazionale collettiva. L’obiettivo è di sradicare sfruttamento e precarietà, che negli ultimi anni sono cresciuti enormemente, e dare anche un impulso alla domanda interna”. Sewmpre nell’ambito dele misure legate al lavoro, spicca il Patto di Produttività – programmato tra lavoratori, governo e imprese – “al fine di rilanciare salari, produttività e investimenti, soprattutto in quei settori in cui decideremo di intervenire selettivamente con la riduzione del cuneo fiscale. Dobbiamo impedire che il minor costo del lavoro porti le imprese ad ignorare gli investimenti ’capital intensive’ in settori ad alto contenuto tecnologico, come accaduto in questi anni tramite i circa 23 miliardi di sgravi fiscali sulle nuove assunzioni regalati dal Jobs Act”. Tridico onclude infine il suo intervento sul blog, indicando anche il tema della robotizzazione, “una sfida che non va lasciata alla schizofrenia del mercato, ma gestita politicamente. Il primo passo in questo senso sarà la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, in modo da aumentare l’occupazione e di incentivare la riorganizzazione produttiva delle imprese”.
M.