Una foto d’autore “The Roaring Lion” (il leone ruggente) scattata nel 1941 a Winston Churchill e donata quasi 60 anni dopo ad un hotel in Canada dall’artista Yousuf Karsh. Poi il furto e la ricomparsa nel 2022 in una casa d’aste londinese dove un professionista italiano, in buona fede e ignaro della provenienza illecita dello scatto fotografico l’ha acquistata.
E’ una storia lunga e turbolenta quella che accompagna la fotografia che ritrae Sir Winston Churchill, sottratta da una sala dell’hotel Fairmont Château Laurier di Ottawa. Oggi finalmente l’immagine è stata consegnata nella sede dell’ambasciata Canadese in Italia, dal Generale di Divisione Francesco Gargaro, Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, a Elissa Golberg, Ambasciatrice del Canada in Italia.
Presenti alla cerimonia anche il Vice Ministro della Cultura canadese, rappresentanti della Polizia di Ottawa, l’Ufficiale di collegamento canadese in Roma e il titolare dell’hotel dove avvenne il furto della foto.
L’immagine, intitolata “The Roaring Lion” (il leone ruggente), fu scattata il 30 dicembre 1941 nell’aula del Parlamento del Canada a Ottawa dopo che Churchill aveva tenuto un discorso sulla II Guerra Mondiale, a cura dell’artista Yousuf Karsh – noto fotografo di illustri personaggi del Novecento le cui opere sono esposte in importanti musei internazionali.
La foto era stata donata nel 1998 all’hotel canadese dallo stesso Karsh, insieme ad altri sette ritratti da lui firmati realizzati con la tecnica stampa ai sali d’argento, ed era stata esposta nella sala di lettura dell’albergo per decenni, finché non era stata rimossa dalla parete e sostituita da una copia falsa, rimasta poi appesa al suo posto, inosservata, per otto mesi.
L’indagine, condotta dalla Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC e coordinata dalla Procura di Genova, è partita dall’acquisizione di informazioni relative alla messa in vendita del pregiato ritratto fotografico da parte di una casa d’aste londinese: l’opera, difatti, venne acquistata nel maggio 2022 da un professionista italiano, in buona fede e ignaro della provenienza illecita dello scatto fotografico.
Dagli sviluppi investigativi, conseguiti in collaborazione con la polizia canadese, i Carabinieri TPC hanno accertato che le ricerche del bene non erano mai state diramate a livello internazionale tramite i canali Interpol ed Europol, neanche censito nella “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, in uso al Comando TPC, quale opera d’arte da ricercare. Solo dopo il perfezionamento della vendita all’asta, l’immagine è stata inserita nel database “PSYCHE” di Interpol.
L’acquirente italiano, informato circa il furto della fotografia e dell’importanza che la stessa rappresenta per il patrimonio storico-artistico dello Stato canadese, non si è opposto alla esecuzione del decreto di sequestro. Permettendo così che l’opera tornasse ai legittimi proprietari.