“Scenderemo in piazza l’8 maggio per chiedere il nostro coinvolgimento da parte del governo e quindi degli oltre mille medici del territorio che in un anno hanno curato e guarito tantissime persone a casa, nella redazione dei nuovi protocolli di cura per la gestione domiciliare dei malati Covid”. Lo annuncia all’Adnkronos Salute Erich Grimaldi, presidente del Comitato cura domiciliare Covid-19. “La manifestazione non è stata ancora autorizzata – chiarisce Grimaldi – ma io ho già inoltrato richiesta alla Questura per sabato 8 alle 14 in piazza del Popolo”.
“E’ arrivato il momento di scendere in piazza – afferma Grimaldi – perché è successa una cosa gravissima: per due mesi noi abbiamo dialogato con il sottosegretario Sileri che ha coinvolto il nostro comitato, per rivedere insieme i protocolli di cura e superare le indicazioni di ‘vigile attesa e paracetamolo’. Abbiamo avuto – ricorda il presidente del Comitato – anche un incontro in video call con Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ndr.) che di solito redige i protocolli di cura come aveva fatto anche a novembre 2020”.
“E mentre noi facevamo tutto questo – sottolinea Grimaldi – addirittura coinvolgendo diverse forze politiche che lo scorso 9 aprile in Senato hanno approvato un ordine del giorno che impegnava il governo ad attivarsi per l’istituzione di un protocollo unico nazionale, il ministro Speranza, senza informare il suo sottosegretario, il 30 marzo aveva già fatto redigere al Dipartimento di prevenzione di cui lui ha la delega, una bozza dei nuovi protocolli di cura senza coinvolgerci. Questa cosa in un Paese democratico – afferma – è gravissima: questi hanno fatto muovere un intero Senato, Sileri e l’Agenas quando Speranza già aveva incaricato Rezza di fare i protocolli. Qua – attacca Grimaldi – si sta giocando con la salute degli italiani”.
Anche perché “a quanto leggo – sottolinea il legale – nelle nuove linee guida c’è ancora una ‘vigile attesa graduale’, aggravata a seconda di come sono le situazioni e c’è sempre il famoso paracetamolo come farmaco. Io non sono un medico, però se sappiamo che noi abbiamo sempre curato senza il paracetamolo ma utilizzando gli antinfiammatori, significa che qualcosa ancora non quadra. Speranza ha fatto ricorso al Consiglio di Stato senza interpellare Sileri che non lo sapeva, anche per proteggersi da denunce eventuali che arriveranno poi. Questa cosa – conclude – è di una gravità inaudita”.