Home BENESSERE A TAVOLA Curcuma negli integratori è associati ad epatite

Curcuma negli integratori è associati ad epatite

Curcuma
La curcuma è conosciuta come potente antinfiammatorio, ipocolesterolemizzante, antiossidante, con un’azione protettiva contro l’insorgenza di tumori. La polvere gialla contiene la curcumina, che in natura è poco biodisponibile. Tanto che in cucina si mescola al pepe nel curry, cosa che ne aumenta la biodisponibilità. In farmaceutica e nutraceutica si è cercato di fare la stessa cosa. Ora viene da pensare che la natura non a caso ci abbia regalato la radice, limitandone l’assorbimento: di recente si è visto che, in alcuni soggetti predisposti, la curcumina può dare reazioni avverse di tossicità”.
Dunque, come ben illustra l’esperta specialista in medicina interna e nutrizione, Sara Farnetti, la spezia da tutti dipinta come la panacea contro ogni insidia, non è poi così infallibile come pensavamo. Questo perché, come vedremo, nelle ultime settimane, a seguito all’assunzione di integratori a base di curcuma, sarebbe stati denunciati in sede ospedaliera più casi di casi di epatite acuta ‘colestatica’, conseguenza secondo l’esperta possibile, perché, aggiunge ”In questi casi la curcumina può scatenare un danno epatico, con reazioni tali da simulare una epatite acuta, con rialzo delle transaminasi, fino a danneggiare la cellula epatica. Si tratta di fenomeni dose-dipendente, che possono regredire all’interruzione dell’assunzione”. Questo perché, tiene a sottolineare specialista in medicina interna e nutrizione, attraverso questa combinazione può verificarsi che  l’assorbimento della curcumina aumenti “di 1.000 volte se mescolata al pepe nero, ricco in piperina. Il curry, popolare mix di spezie, contiene tra le altre cose proprio curcuma e pepe: un esempio di antica sinergia culinaria. Il messaggio dunque è questo: il cibo ci permette di gestire in modo sicuro le più potenti sostanze naturali”.
Questa la premessa, raccolta dall’agenzia di stampa AdnKronos Salute, in merito all’allarme scattato negli ultimi giorni, e confermato purtroppo anche direttore dell’Unità operativa Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Iss, Marco Silano il quale, raggiunto dal cronista dell’agenzia di stampa ha confermato la notizia: “Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni di pazienti con epatite acuta colestatica, finiti in ospedale, che in anamnesi hanno riferito di aver fatto uso di questi integratori – afferma l’esperto –  C’è dunque un legame temporale, ora stiamo indagando per capire se c’è anche un legame causa-effetto”. Al momento, aggiunge ancora Silano, è che “gli episodi sono avvenuti in seguito all’assunzione di integratori. Abbiamo chiesto alle Asl delle relazioni cliniche dettagliate su tutti i casi. E cercheremo di capire se c’è anche un legame causa-effetto”.
Nello specifico, indagando sulla questione, l’Istituto Superiore di Sanità, nello specifico ha reso noto che gli integratori alimentari a base di curcuma della ditta NI.VA (di Destro Franco & Massetto Loretta S.N.C), con sede legale in via Padova 56 (Vigonza – Pd), e prodotti all’interno dello stabilimento FRAMA S.R.L. (con sede in via Panà 56/A,  a Noventa Padovana – Pd), denominati ‘Curcumina Plus 95%’ – lotto di produzione 18L823 scadenza 10/2021 – e ‘Curcumina 95%’ – lotto di produzione 18M861 scadenza 11/2021, spiega una nota diramata in merito dall’Iss, “sono stati associati a due casi di epatite acuta colestatica, che si sono risolti favorevolmente. In attesa delle verifiche da parte delle competenti autorità sanitarie territoriali – avvertono però dal ministero –  si raccomanda di non consumare tali lotti”.
Affermazioni precauzionali che rendono il ritiro di tali lotti “una misura volontaria e precauzionale”. Del resto, davanti alle segnalazioni sospette di reazioni avverse alle piante, giunte al servizio di vigilanza dell’Iss, che lavora in collaborazione con Aifa e ministero della Salute, come aggiunge il Porf. Silano,”Quando arrivano queste segnalazioni, occorre indagare, sulla base del principio di precauzione. Abbiamo iniziato richiedendo relazioni cliniche dettagliate alle Asl, seguirà una fase di valutazione di eventuali casi riportati in letteratura, e una eventuale analisi dei campioni”. Misure che, secondo l’esperto, nascono dalla normale attività di vigilanza sugli integratori.
M.