Cura del canguro, benefici fino a 20 anni d’età

(Adnkronos) – Anche da ventenni si può godere dei benefici del contatto pelle a pelle che si è avuto appena nati con mamma e papà. Lo sottolineano gli esperti della Società italiana di neonatologia (Sin), in vista della Giornata mondiale della della Kangaroo Care (Kc) che si celebra domenica 15 maggio e che la Sin promuove oggi con un evento gratuito online (https://bit.ly/3yhrRDH per iscriversi), organizzato insieme a Vivere Onlus. L’appuntamento è dalle 17 con il presidente Sin, Luigi Orfeo; il segretario del Gruppo di studio Care neonatale della Sin, Paola Cavicchioli; Martina Bruscagnin e Monica Ceccatelli di Vivere Onlus, e altri specialisti.  

“La cura del canguro, fondamentale per il corretto sviluppo dei neonati prematuri, rappresenta una vera e propria terapia che, compatibilmente con le condizioni cliniche di mamma e neonato, va messa in atto sin da subito – raccomanda Cavicchioli – Il contatto pelle a pelle, infatti, facilita l’adattamento e la stabilizzazione del piccolo alla nascita, riduce la risposta al dolore procedurale, aiuta la termoregolazione del neonato, migliora l’ossigenazione, la variabilità della frequenza cardiaca e stabilizza l’attività respiratoria. E’ inoltre in grado di ridurre lo stress nel neonato e di favorire l’organizzazione degli stati sonno-veglia, e ha anche effetti neuroprotettivi, di beneficio sociale e comportamentale, riscontrabili fino a 20 anni dalla nascita”. Senza contare che la Kc funziona da ‘trampolino di lancio’ verso l’allattamento materno, grazie a un precoce avvicinamento al seno, incrementando questa importante pratica anche dopo la dimissione e nei mesi successivi, evidenzia la Sin. 

La Kc rappresenta secondo gli esperti “un importante strumento per il neonato, per superare il distacco dalla madre, e per i genitori che acquisiscono più fiducia e autostima”. La pratica è consigliata dall’Organizzazione mondiale della sanità come in grado di garantire numerosi vantaggi, a breve e lungo termine, al bebè e alla sua famiglia. Perciò la Sin ricorda “l’estrema importanza di protocolli condivisi per la Kc all’interno dei punti nascita” e “la necessità di corsi di aggiornamento regolarmente ripetuti nel tempo per tutti gli operatori sanitari”. 

Il Gruppo di studio Sin sulla Care neonatale – spiegano dalla società scientifica in una nota – ha condotto di recente una survey tra le Terapie intensive neonatali (Tin) italiane. L’analisi dei dati raccolti ha consentito la realizzazione, in collaborazione con un panel multidisciplinare formato da medici, infermieri, fisioterapisti e rappresentanti del Coordinamento nazionale delle associazioni dei genitori, di indicazioni nazionali specifiche sulla Kangaroo Care, rivolte alla cura di tutti i neonati ricoverati in Neonatologia e in Tin e a disposizione di tutti gli operatori. 

La Sin rileva tuttavia come, “a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, molti ospedali italiani hanno messo in atto routine assistenziali ostacolanti l’accesso ai reparti di Terapia intensiva neonatale e quindi anche la relazione genitori-bambino e la Kc”. E “purtroppo, nonostante la situazione epidemica sia cambiata, in alcune strutture esistono ancora oggi delle limitazioni”.  

Per questo “il mio personale appello, come neonatologo e presidente Sin – afferma Orfeo – va ai responsabili medici dell’area materno-infantile e poi ai direttori sanitari: è prioritario riesaminare le attuali procedure all’interno di molti reparti, ristabilendo la presenza dei genitori h24 e tutte quelle pratiche volte a facilitare la relazione della triade madre-padre-neonato, come lo skin to skin, l’attacco diretto al seno e il rooming-in. Non dobbiamo dimenticare che i genitori sono parte integrante della cura per i piccoli prematuri ed è pertanto necessario il loro apporto per il benessere psico-fisico del neonato”.